Editoriale – Diciamoci la verità: il 2014 non è stato proprio un granché di anno. Prima di scrivere questo editoriale ho fatto una breve panoramica dei fatti che si sono verificati e degli eventi che sono accaduti nel corso degli ultimi 12 mesi a Sparanise e, francamente, anche se la vita mi ha insegnato che non bisogna mai essere pessimisti, di certo, l’entusiasmo non è alle stelle. Eppure una via d’uscita a questo grigiore che attanaglia le coscienze c’è ma bisogna prima capire a fondo il momento in cui viviamo. Dobbiamo farlo partendo da un approccio che deve essere necessariamente diverso dal solito. Ormai nulla sembra essere più certo, più sicuro e più utile della necessità di provare a cambiare lo status quo e di adattarsi al presente con spirito positivo e voglia di fare. Che se ne dica, questo è comunque un momento di grandi opportunità da cogliere al volo senza indugi. Chi, per scelta o per pigrizia, ha per troppo tempo delegato ad altri la stesura delle regole ed il controllo della propria vita, non ha più alibi: il tempo delle attese è finito, ora è tempo di agire ! Il merito e le qualità professionali ed umane non possono più essere sacrificate sull’altare della mediocrità, al fine di consentire alle mezze pippe, ai ladri di professione, ai cialtroni, agli imbroglioni ed agli imbonitori, il soddisfacimento dei propri desideri, figli illegittimi della bramosia del potere e di un ego smisurato e malato che ha ridotto questa società ai minimi termini. Viviamo l’era digitale 2.0, delle informazioni in tempo reale, del 4k e del social sharing, della connessione h-24 ad internet su tablet ed altri device, elementi che rappresentano, per la concentrazione e la brevità dei tempi in cui si verificano, la più grande rivoluzione della storia del genere umano. Ed è proprio da questa constatazione che nasce la domanda: siamo veramente pronti e padroni di affrontare questa entusiasmante rivoluzione? La mia risposta è: non ancora e non del tutto. In troppi confondono questa rivoluzione digitale delle infinite opportunità offerte dalla rete con il semplice acquisto di uno smartphone dalla immense potenzialità (spesso a debito…) solo per trascorrere ore ed ore di cazzeggio passivo sui social network. Costoro sono solo le vittime di quel mondo di cui sopra che, come il più spietato dei sistemi totalitari, esercita subdolamente il proprio potere sulla mente e sui desideri, alimentando a colpi di frustrazione, invidia, ed odio sociale. la crescita di una generazione che non sa più (re)agire. Perciò dico che chi è consapevole di ciò che accade non può più delegare e non può più permettersi il lusso di girare il capo dall’altra parte. Abbiamo bisogno dell’esempio virtuoso. Dell’esempio positivo da emulare. Sparanise, un tempo neanche troppo lontano, punto di riferimento culturale, economico, sociale e sportivo della Provincia di Caserta, è semplicemente sparita. Si è dissolta nelle nebbie di un passato proporzionalmente importante a colpi di nulla. Non ha avuto una classe dirigente capace di reagire per favorire il bene di tutti ma un gruppo ristretto di persone che ha badato, solo ed esclusivamente, ai propri interessi personali e di famiglia, ed al mantenimento del potere a tutti i costi. Mentre leggete queste righe provate a riflettere. Fate mente locale e vi renderete conto da soli che la realtà è sempre stata sotto i vostri occhi ma per esigenze personali, necessità familiari, superficialità o semplice indifferenza, non l’avete mai voluta vedere per quello che è veramente. Ecco spiegato l’arcano: quando si porta una società a questi livelli c’è sempre una corresponsabilità. I politici fanno tutti schifo ? Bene: ma chi li vota ? A chi deleghiamo la stesura delle regole ? A chi deleghiamo la vita di tutti i giorni ed a chi abbiamo affidato il futuro dei nostri figli ? Tutte domande che hanno già una risposta ! Perciò dico che è giunto il tempo di guardare in faccia alla realtà ed iniziare ad agire in prima persona. Vi siete mai chiesti perché, nonostante gli annunci roboanti che si sono susseguiti negli ultimi 30 anni, la piscina comunale non è mai stata ultimata e consegnata agli sparanisani ? Vi siete mai chiesti perché la casa riposo albergo per gli anziani sta ancora lì come un rudere avvolto nella sua inesorabile decadenza? Vi siete mai chiesti perché la nostra area industriale soggiace inoperosa al volere di un carrozzone politico che tutto fa tranne che rilanciare l’economia del territorio ? Vi siete mai chiesti perché le fabbriche di Sparanise chiudono sempre e non riaprono mai? Perché il palazzetto dello sport ed i vicini campetti sono ancora chiusi ? Vi siete mai chiesti perché Sparanise è forse l’unica cittadina della provincia di Caserta che non ha neanche un campo sportivo di proprietà pubblica ? Vi siete mai chiesti perché corso Matteotti è sempre intasato di auto in perenne divieto di sosta o parcheggiate di traverso sui marciapiedi ? Vi siete mai chiesti dov’è finita la cultura e da chi sono stati sostituiti quelli che la dovrebbero promuovere ? Ecco: adesso voi sapete perché Sparanise è diventata la cittadina delle problematiche perennemente irrisolte; dei problemi che si trascinano da decenni senza una soluzione accettabile, condivisa o quantomeno civile. Il rewind dell’anno che sta per passare ci racconta di una Sparanise ancora terra di emigrazione, come nel secolo scorso. Quanti ragazzi e ragazze di qualità, con un’adeguata formazione scolastica e culturale vanno via per mancanza di opportunità ? Tanti. Troppi. Intere generazioni che non diventano classe dirigente e non dispensano le loro qualità nella terra natia ma fanno crescere altre realtà vicine e lontane. Eppure chi crede nella propria terra e sceglie di lottare in casa è ancora capace di produrre colture di eccellenza mondiale, come ad esempio i prodotti dell’agricoltura. Emblematico il caso dell’olio Monte della Torre, marchio della famiglia Marulli di Sparanise, campione del mondo di qualità, o dei peperoni, delle melanzane della frutta e degli ortaggi di primissima qualità che vengono quotidianamente esportati in tutto il mondo. Eccellenze che meriterebbero un sistema di supporto integrato, magari ispirato a modelli del nord Italia e del nord Europa, capace di far crescere l’intero comparto agro alimentare caleno. Perché cari lettori e gentili lettrici, l’agro caleno non è solo terreno di emigrazione ma anche di immigrazione (basta vedere quanti albanesi, rumeni, bulgari, asiatici e africani vivono in città senza che a nessuno sia mai venuta voglia di avviare un reale processo di integrazione…). E se questo saldo rimane ancora attivo lo si deve soprattutto all’agricoltura che sfrutta un terreno con qualità chimico-fisiche che nel mondo ci invidiano e studiano. E se ci sono prodotti di qualità riconosciuti in tutto il mondo c’è anche chi, questi prodotti, li falsifica con altri provenienti dal terre lontane e cerca di venderli traendo profitto in mono illecito, come dimostrano le indagini e gli arresti del caso Cantile, a causa del quale la città di Sparanise è stata associata alla produzione della mozzarella di bufala (che invece dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della Campania ) in modo negativo, su tutti gli organi di informazione nazionale.
Il 2014 ci ha anche confermato che si muore ancora per il lavoro, come è accaduto al giovane Carmine De Lucia, dj amante della musica e della vita, quella stessa vita che con lui è stata particolarmente amara. Ma il 2014 ci ha confermato che Sparanise è ancora terra di vocazioni religiose, come quelle che hanno portato i giovani Alfonso De Cristoforo e Pierangelo Sorvillo al sacerdozio. L’anno appena trascorso ha testimoniato che c’è ancora chi lotta per affermare i propri diritti, come i ragazzi dello “Spazio Cales” che hanno occupato lo stabile dell’ex Istituto Tecnico Commerciale “Galileo Galilei”. Chi mi conosce sa che non ho una particolare simpatia per “i collettivi” ma come si fa a non essere d’accordo con i ragazzi chi rianimano un luogo abbandonato dalle istituzioni, lo utilizzano e lo vivono con creatività ? Non è forse questo un modo per partecipare in prima persona alla rivoluzione della consapevolezza non violenta di cui accennavo prima ? Dico di si e dico pure che i ragazzi hanno fatto bene dove le istituzioni hanno fallito.
Nel 2014 non hanno fallito, invece, gli sparanisani impegnati nel mondo dello sport. Per la prima volta nella storia, una squadra di calcio di Sparanise ha giocato una partita ufficiale contro la Juventus, tra le società più blasonate del mondo. E’ accaduto a Rimini, nel corso del torneo giovanile “Bellavista” che nella categoria pulcini ha visto i giovani della Virtus Sparanise Calcio affrontare i pari età della Juventus. Restando nel campo dei successi, dal calcio alla pallavolo il passo è breve visto che Massimo Monfreda, sparanisano doc ed autentica leggenda della pallavolo campana, ha saputo portare la Volalto Caserta ad una storica promozione in Serie A2 femminile. E che dire poi della danza ? Le allieve di Mena di Maio hanno allargato i propri confini ed arricchito le proprie esperienze ed i successi fino a San Pietroburgo, in Russia, mentre quelle di Anna Pina Abbate, hanno trionfato ai campionati Regionali e Nazionali ACSI di Hip Hop svoltisi a Napoli.
Il 2014 è stato anche l’anno delle elezioni amministrative che hanno visto il ritorno sullo scranno più importante della politica locale di Antonio Merola, per la quarta volta sindaco di Sparanise ma anche l’anno in cui due sparanisani come Lucia Ranucci, commissario dell’Ente Provinciale per il Turismo di Caserta, e Giancarlo L’Arco, presidente assemblea dei Consorzio Idrico Terra di Lavoro di Caserta, sono saliti alla guida di importanti Enti sovra territoriali. Proprio da una partecipazione più qualitativa della vita politica ci si aspetta quello scatto di orgoglio, obbligatoriamente richiesto per via democratica, fondamentale per segnare una volta per tutte, la tanto attesa inversione di tendenza. Un po’ come ha fatto, ad esempio, Sparanise in Movimento che, da lista civica composta da giovani di belle speranze e di solide esperienze, si è trasformata in associazione civica propositiva e dialogante. Le mancanze della politica hanno fatto venire alla luce, anche nel 2014, i soliti problemi legati all’ambiente venuti tristemente alla ribalta della cronaca nazionale dal ritrovamento in zona ex Pozzi di amianto ed altre sostanze inquinanti. In quell’area, sul territorio di Calvi Risorta vicinissimo a Sparanise, nonostante il parere negativo delle amministrazioni locali, dell’ASL e dell’ARPAC incombe ancora lo spettro della centrale a biomasse che il gruppo Iavazzi vorrebbe costruire in zona ASI. Alla luce dei fatti viene da porsi questa domanda: posto che l’unico intervento necessario, urgente ed indifferibile da farsi è la bonifica dell’intera area a chi giova veramente costruire un impianto del genere visto come sono andate le cose nella vicina Pignataro Maggiore ?
L’anno che ci lasciamo alle spalle ha visto ancora una volta, e consentitemi un pizzico di orgoglio, il giornale on line che ho fondato e che dirigo dal 2007, fornire un servizio ai lettori gratuito e nei limiti del possibile puntuale. Scegliere di informare non è un compito semplice perché richiede impegno quotidiano e dedizione costante. Bisogna, come dicevano Gianluigi Guarino ed Antonio Arricale, direttori delle testate giornalistiche per le quali ho avuto il piacere e l’onore di lavorare, essere sempre sul pezzo. Comunedisparanise.com non si è mai sottratto a questa mission proponendo articoli, dossier, approfondimenti ed inchieste sia in modo tradizionale che al passo con le nuove esigenze tecnologiche e mediatiche. Siamo stati i primi a proporre la diretta streaming dei comizi elettorali e sempre per primi abbiamo cercato di portare la vita amministrativa nella case degli sparanisani, proponendo le dirette streaming delle sedute di consiglio comunale con trasparenza ed equidistanza, in modo crudo, vero e reale. Questo modo di fare informazione mette automaticamente in evidenza, nel bene e nel male, le gesta dei protagonisti della vita politica che i lettori hanno dimostrato, nei numeri, di apprezzare. Per questo motivo è assolutamente inaccettabile dover sottostare al diktat di chi, beandosi nell’autocelebrazione del proprio ruolo, nel goffo e pretestuoso tentativo di regolamentare anche ciò che non può essere regolamentato, vuole mettere, nell’indifferenza generale, il bavaglio alla libertà di stampa e di informazione. Perciò, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della Costituzione, che sicuramente non è stato scritto da “ciarlani”, e del codice deontologico che regolamenta il giornalismo in Italia, non chiederò mai a nessuno il permesso di come, dove e quando informare i miei lettori.
Fatto questo doveroso passaggio, non mi resta da fare altro che augurare a tutti voi un 2015 in cui possiate realizzare tutti i sogni che con passione quotidiana alimentate e coltivate. Con affetto, Ilario Capanna, Direttore Responsabile.
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