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Ore 12,10: crolla palazzo in corso del Popolo, sfiorata la tragedia

C’è anche un ferito lieve, danni a tre automobili
8/8/2014 13:43

Sparanise, di Enrico Petrella – Ore 12,10, un sordo rumore di macerie seguito da urla di spavento e disperazione ha squarciato una tranquilla giornata sparanisana. Il pensiero è andato subito al palazzo pericolante ubicato tra la fine di corso Matteotti e l’inizio di corso del Popolo. Il tempo di alzare lo sguardo e subito è arrivata la conferma: in meno di cinque secondi è venuta giù un’intera parte dell’antico palazzo ad archi un tempo abitato dalla famiglia Mesolella. Considerata l’ora e la dinamica del crollo si può affermare che solo per un’incredibile serie di eventi fortunati, o se preferite per un vero e proprio miracolo, non si è trasformato in tragedia. Le pietre ed i calcinacci hanno letteralmente seppellito una Ford Focus parcheggiata proprio sotto il palazzo (ovviamente in pieno divieto di sosta, ma questo è un altro discorso che riguarda l’inciviltà degli individui che popolano il centro storico…) ed hanno colpito in pieno una Hiunday Tucson di proprietà di A.R. transitata giusto un secondo prima del crollo. Ferito lievemente il conducente dell’automobile che, e questo si può affermare serenamente, è vivo per miracolo. Fosse passato giusto un attimo prima sarebbe stato investito in pieno dall’onda di macerie.
Le scene raccapriccianti che si sono presentavano agli occhi dei cittadini che si trovavano a transitare in quel momento lungo l’importante e centralissima arteria fotografano in pieno una situazione di pericolo ampiamente annunciata e senza dubbio assolutamente vergognosa, che da tempo era stata segnalata dai cittadini alle autorità competenti e da queste ai proprietari. L’aspetto più sconcertante della vicenda sta nel fatto che la pericolosità del palazzo, le cui grosse crepe erano visibili ad occhio nudo, è stata trascurata per anni nonostante la segnalazione dei cittadini e delle autorità che, per la cronaca, avevano da tempo ordinato, a più riprese, l’abbattimento del palazzo proprio perché pericolante. Secondo una prima ricostruzione, sembra che da qualche giorno una ditta del luogo fosse impegnata nei lavori di abbattimento e di messa in sicurezza del palazzo. Ma, evidentemente, questo secondo aspetto non è stato minimamente preso in considerazione dagli addetti ai lavori. A tragedia sfiorata la domanda che sorge spontanea è una: perché, se il palazzo era pericolante ed interessato da lavori non sono state realizzate le opere di messa in sicurezza ? Perché l’area non era transennata ed imbracata da reti protettive ed impalcature ? Interrogativi che hanno già una palese risposta: l’aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro al sud ed in Campania in particolare, nonostante le tante vittime registrate negli anni, continua a non essere tenuto nella giusta e doverosa considerazione. Stamani a Sparanise la tragedia è stata sfiorata e se non si contano vittime è solo perché il Padreterno ci ha messo una pezza. Ma è mai possibile che in questa città si debba vivere in modo cosi precario ed approssimativo ? E’ mai possibile che la messa in sicurezza di luoghi e persone venga sacrificata in maniera cosi superficiale ? Considerazione a parte merita poi il comportamento dei proprietari dell’immobile. È noto che da anni le amministrazioni comunali che si sono succedute li avevano messi a conoscenza della pericolosità dello stabile. Anche in questo caso la domanda sorge spontanea ? Perché gli interventi non sono stati effettuati per tempo ? Perché tutti questi anni per mettere in sicurezza uno dei tratti di strada più frequentati e trafficati della città? Ecco: a queste domande legittime i cittadini di Sparanise, ed in particolar modo quelli che sono vivi solo per miracolo, vorrebbero ricevere delle risposte adeguate. Sul luogo in questo momento, oltre alle autorità locali con il sindaco Merola ed il comandante della polizia municipale Fusco, sono presenti i vigili del fuoco, un’ambulanza e dei mezzi tecnici che stanno operando per mettere in sicurezza l’altra ala del palazzo ancora in piedi. Troppo tardi ormai. E meno male che non c’è scappato il morto ….
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