Sparanise, di Enrico Petrella - Oggi più che mai è necessario coltivare la memoria di quel periodo storico. Continuare a parlare di foibe nel 2014 vuole dire continuare ad avere rispetto per il dolore provato dagli italiani che lo hanno subito e, allo stesso tempo, restare vicini ai sopravvissuti. Ma prima di tutto, è necessario continuarne a parlarne per ristabilire la verità storica, per troppi decenni avvolta in una coltre di colpevole silenzio.
Nelle foibe, cavità carsiche al confine con la ex Jugoslavia, dall’8 settembre 1943 fino al 1946, con punte di 10.000 persone nel 1945, furono gettati militari e civili italiani – uomini e donne – prima torturati, spesso ancora vivi, ad opera delle truppe comuniste di Tito con la connivenza di partigiani italiani. Con apposita legge del 2004, il Parlamento Italiano ha istituito il 10 febbraio come “Giorno del Ricordo” delle vittime delle foibe. Dopo essere state trucidate circa 10.000 persone in Istria, Trieste (occupazione titina tra maggio/giugno 1945) e in Venezia Giulia, vi fu l’esodo dalle regioni friulane e dalmate da parte di 300.000 – 350.000 persone, a seguito di persecuzioni, spoliazioni di beni, intimidazioni (compresa la cancellazione della propria identità nazionale e culturale).
Forse non tutti sanno che Sergio Endrigo, Alida Valli, Nino Benvenuti, Ottavio Missoni, Uto Ughi, Laura Antonelli giusto per citare i nomi più famosi, sono solo alcuni degli italiani che hanno fatto onore alla nostra Patria e che erano originari di quei paesi istriani annessi alla Jugoslavia. Stasera su Rai1, preceduto da uno speciale di Bruno Vespa, andrà in onda lo spettacolo Magazzino18 con Simone Cristicchi. Anche di loro parla lo spettacolo Magazzino18 e nessuno di loro è stato fascista o implicato politicamente in quelle lotte: 6 italiani famosi, nati a Pola, piuttosto che in Istria... 6 italiani che avevano una sola cosa in comune: erano esuli!
Oggi eè la giornata della memoria e quindi dobbiamo pensare alla fuga degli 350 mila che scelsero di emigrare e di attraversare il confine, ma anche dei partigiani che andarono (dopo il tragico 8 Settembre 1943) in Dalmazia per combattere le forze naziste e che di corsa cercarono di tornare in Italia all'inizio della pace, perchè deluse dalla pulizia etnica intrapresa dall'esercito di Tito. Qualcuno di loro non fece a tempo a farlo e fu processato sommariamente, gettato subito in una foiba....
In una tragedia umana non c’è una verità, ma un susseguirsi di vicende umane: il Magazzino18 a Trieste è un museo di speranze, perché presenta gli oggetti che i 350 mila non fecero a tempo a portarsi dietro e che giacciono in attesa di essere richiesti dai legittimi proprietari. Da quegli esuli come Sergio Endrigo, Alida Valli, Nino Benvenuti, Ottavio Missoni, Uto Ughi, Laura Antonelli…
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