Calvi Risorta - Per la prima volta nella storia della nostra comunità, la RAI trasmetterà in diretta, sabato prossimo a partire dalle ore 14, dall'arce medievale di Calvi Vecchia. La rubrica, che rende itinerante il lavoro redazionale del TG3, si occuperà delle attività tipiche del nostro territorio, raccogliendo soprattutto la richiesta dell'amministrazione comunale di denunciare l'annosa questione archeologica che tuttora destina al degrado la parte primordiale dell'antica Cales.
"Ringrazio per l'amicizia e la disponibilità dimostrata il caporedattore centrale del TG3 Campania Antonello Perillo - esordisce Silver Mele, presidente del Consiglio Comunale di Calvi Risorta e delegato ai Beni Culturali - che senza indugi ha raccolto le istanze del nostro territorio, intendendo così contribuire ad una causa che mina le fondamenta stesse della nostra cultura. Purtroppo i miracoli non sono del repertorio umano ma la denuncia e la richiesta d'aiuto possono penetrare con forza se amplificate dalla più autorevole delle voci mediatiche. La politica qui c'entra poco, anzi- sottolinea Mele - per nulla. Ne approfitto per invitare tutti, indipendentemente dal colore e dagli schieramenti di appartenenza, ad intervenire numerosi per far sentire con forza la nostra voce di caleni".
Sarà il giornalista Enzo Perone a collegarsi in diretta con RAI 3 e RAInews: al suo fianco Silver Mele, il sindaco di Calvi Risorta Antonio Caparco e Don Antonio Santillo commenteranno le schede firmate da Antonella Fracchiolla. Il modello della Cattedrale Romanica sarà assunto quale riferimento per la parte antica: si invocherà con forza un'opera di bonifica ambientale e di salvaguardia di un territorio vittima di soprusi e scempi secolari.
"Siamo davvero orgogliosi - afferma il sindaco di Calvi Risorta Antonio Caparco - che la testata giornalistica regionale del TG3 abbia deciso di raccontare di Cales e Calvi Risorta, dopo aver visitato nei precedenti appuntamenti località come Capri, Ischia, Sapri che hanno un impatto ben più forte sull'immaginario collettivo. Dopo essere scesi in prima persona nelle tombe "abusive" scavate dai tombaroli per denunciare il crimine ed invocare maggiore tutela, affidiamo ora il messaggio della comunità alle voci sicuramente più penetranti
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