Sparanise, di Ilario Capanna – Diciamoci la verità: a chi non piacerebbe svegliarsi ogni mattina, affacciarsi al balcone e vedere l’orizzonte blu del mare ? E che dire poi di quella leggera e costante brezza che come dolce anelito ti accarezza dalla mattina alla sera per 365 giorni l’anno ? Sogni di una notte di mezza estate ? Beh, fino a qualche anno fa può darsi. Adesso, invece, complice una crisi economica che dura ormai da 6 anni, il desiderio di mollare quello che un tempo era considerato il belpaese è diventato realtà per migliaia di italiani. Ma attenzione: non si tratta di una semplice evasione dal grigiore quotidiano o del capriccio di qualche sfigato. C’è dell’altro. Molto altro. A partire dalla voglia di vivere e lavorare in libertà, magari con pantaloncino e t-shirt tutto l’anno, ad un ritmo più umano che consenta un contatto, anche una semplice chiacchierata, buone abitudini ormai da tempo perdute a causa dei ritmi incessanti ed infernali del life style occidentale. C’è chi parla di downshifting, chi di riappropriarsi della propria esistenza e chi, molto più seraficamente, di mollare tutto e ricostruirsi una vita lontano da quella che un tempo amava definire casa. Sono tante le mete di cui, anche grazie ai recenti articoli pubblicati su un noto settimanale, si sente parlare. Prossimamente le analizzeremo insieme. Oggi però voglio parlarvi di chi ha mollato l’Italia per trasferirsi alle Canarie e più precisamente a Tenerife. Si tratta di ragazzi, ragazze ed adulti che con un biglietto di aereo in tasca, animati da un autentico spirito libero, hanno lasciato le certezze grigie di Sparanise per tuffarsi in una nuova avventura a largo delle coste occidentali dell’Africa ma in territorio europeo. C’è il professionista che ha mollato una professione ben avviata ed ha cambiato totalmente vita; la ragazza desiderosa di vivere al caldo sole della primavera costante che con il tempo riesce a convincere tutta la famiglia fino al trasferimento di massa; c’è l’imprenditore in cerca di opportunità negate in Italia e ritrovate sull’isola. Sono storie che raccontano la vita e la speranza in un futuro diverso. Non necessariamente più ricco. Semplicemente più umano e se preferite di una dimensione più “low cost” e sostenibile. Già perché oltre ai ritmi rallentati ed al meraviglioso clima c’entrano pure i conti. Inutile raccontarsi balle: negli ultimi anni in Italia si deve lottare per sopravvivere. Bollette, spese, costi esagerati e stipendi da fame hanno fatto piombare sotto i piedi il livello di felicità e di fatto cancellato la speranza di poter vivere un futuro migliore, dove il merito e le capacità contano veramente qualcosa. “Dopo anni di studio e di sacrifici mi sono laureato, avevo un buon lavoro, una bella auto, tanti amici e buoni rapporti - racconta L. - ma sentivo che questo stile di vita non mi apparteneva. Era routine priva di significato per il mio futuro. Fortunatamente i miei viaggi all’estero anche per motivi di studio, mi avevano fatto capire che nella vita, se vuoi, puoi vivere meglio. Se vuoi, puoi respirare un’aria migliore ed essere felice sapendo di aver fatto una scelta giusta e coraggiosa. Ho mollato tutto e adesso vivo una dimensione diversa che mi soddisfa e mi rende felice”. Motivazioni diverse ma analoghe conclusioni anche per F. che dopo aver provato a costruire il suo avvenire qui ha scelto di cambiare vita. “Con la mia famiglia ho trascorso un periodo di vacanze a Tenerife e sentivo che c’era qualcosa che mi diceva: resta qui, non andartene. Dopo il ritorno in Italia ho incominciato a lavorare al progetto-sogno ed in meno di 6 mesi ho deciso: biglietto sola andata e bye bye Sparanise. In questo lembo assolato di Spagna ho trovato presto lavoro e con quello che guadagno mi posso permettere uno stile di vita impensabile se rapportato all’Italia. Ma poi – riflette dopo una lunga pausa tirando un sospiro di sollievo - c’è una serenità ed una calma anche nelle cose che fai e nel quotidiano che da sole valgono il trasferimento”. C’è poi l’imprenditore stanco di lottare nella giungla del fisco che decide di sbaraccare e di provare a ricominciare d’accapo. “Non ne potevo più di tasse, - racconta F. - modelli F-24, contributi Inps per una pensione che forse non prenderò mai, Inail, assicurazioni varie, bolli e tasse di possesso, Imu, Tarsu, e tutte bollette varie solo per poter tirare a campare. Ho avuto il coraggio di dire stop prima di farmi venire un infarto a 47 anni. Decido di partire: prima come turista e, dopo un circa 4 mesi mesi, come residente a tutti gli effetti. Ho trovato una bella casa giusto di fronte al mare ed ho avviato un’attività che mi consente di vivere più che dignitosamente al ritmo che voglio io. A conti fatti - spiega F. - qui si può vivere spendendo circa il 40% in meno rispetto a Sparanise e fino al 60 % se consideriamo una città media italiana. Giusto per fare un esempio qui non ci sono spese per il riscaldamento, non serve, dunque nessuna bolletta. I beni di consumo costano il 30 % in meno, idem per i prodotti tecnologici. Basti pensare che qui l’Iva è al 4 %... Avere un’auto non è più un lusso: i carburanti costano mediamente meno di 1 euro al litro, l’autostrada che collega l’isola non prevede pedaggi e l’assicurazione per un’automobile 2000 di cilindrata non supera i 320-350 euro all’anno. L’assistenza sanitaria per i residenti è totalmente gratuita ed i giovani che decidono di aprire un’attività in proprio sono sostenuti da incentivi appositamente previsti dal governo locale. Il tutto, - conclude soddisfatto - in un ambiente in cui è facile oltre che frequente, trovare gente che ti sorride e che si può ancora prendere lo sfizio di farsi una chiacchierata…”
Insomma: non sarà sicuramente l’eldorado ma sentire le storie dei miei amici che hanno sfidato la forza distruttiva del quotidiano vuol dire avere una chance. Ma attenzione: non è per tutti. Avere la forza di abbandonare la routine e gli affetti richiede una buona dose di coraggio, un buon piano e tanta voglia di essere felici. E delle tre, quella più rara è senza dubbio la terza…
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