Piedimonte Matese – C’era anche un maratoneta di Piedimonte Matese che ha preso parte alla maratona di Boston sul finire della quale sono esplose due bombe che hanno ucciso tre persone, tra cui un bambino di 8 anni e ferito altre 144.
Al momento dell’attentato Umberto Riselli gareggiava mentre la moglie Ida e la figlia Serena erano a non molta distanza dal traguardo. L’uomo è un habituè dei più importanti appuntamenti podistici: sulla sua bacheca di Facebook vi sono foto che lo rappresentano in alcune delle più importanti maratone, da Parigi a New York. ”In prossimità del traguardo – secondo quanto il giornale Clarus della diocesi di Alife-Caiazzo e il sito www.caiazzorinasce.net attribuiscono a quest’ultima – c’era troppa gente e perciò abbiamo pensato di allontanarci in attesa che transitasse mio padre con la speranza di vederlo passare in prossimità del segnale dell’ultimo miglio”. Scoppia la prima, quindi la seconda bomba, le due donne odono distintamente le deflagrazioni, in particolare l’ultima, vicinissima. “Inizialmente l’illusione è stata quella che si trattasse di spari in occasione del patriot day, come era accaduto al mattino – prosegue la ragazza – ma poi abbiamo visto alzarsi una colonna di fumo denso a pochi metri da noi, così ho afferrato mia madre per una mano e abbiamo iniziato a correre imbattendoci da subito in poliziotti e militari. In mezz’ora abbiamo raggiunto l’albergo”.
Serena contatta a quel punto il padre. ”L’ho chiamato al telefono avvisandolo di quanto fosse accaduto: lui che era in corsa, a 5 km dall’arrivo ancora non sapeva nulla. Poi una volta fermata la corsa, dopo circa un’ora ci ha raggiunte in albergo”. La famiglia Riselli torna in Italia giovedì.
|