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L’on Mario Landolfi rinviato a giudizio per presunti favori alla camorra

Lui "È una persecuzione politica". La moglie è di Sparanise
16/5/2012 17:36

Mondragone – La notizia del rinvio a giudizio dell’On Mario Landolfi, numero 2 del PDL in Campania ed ex Ministro delle Telecomunicazioni, è giunta come un fulmine a ciel sereno anche a Sparanise dove il deputato di Mondragone ha trovato moglie ed è quindi molto conosciuto. Dopo il suo rinvio a giudizio per presunto favoreggiamento alla camorra Landolfi è passato immediatamente al contrattacco. “In questa vicenda non c'entro nulla - sottolinea - evidentemente pago lo scotto di essere nato a Mondragone e di non essermi mai allontanato dal mio territorio. Non mi aspettavo di essere rinviato a giudizio, forse perché ero rimasto l'unico italiano a nutrire un minimo di fiducia nell'udienza preliminare che evidentemente è invece una fase del procedimento in cui il semaforo ha la luce sempre verde per le procure”. Landolfi ricorda la trasparenza con la quale si è mosso: “Io non solo ho pubblicato sul mio profilo Facebook le telefonate il cui utilizzo è stato inibito dalla Camera - spiega - ma inviai ai siti più autorevoli oltre alle stesse telefonate anche tutti gli atti dell'inchiesta per la parte che mi riguarda. Chiunque può farsi un'idea non solo dell'oggetto dell'inchiesta ma anche della mia assoluta estraneità. Non c'è nessun aspetto che possa preoccuparmi dal punto di vista penale. Questo emerge già dalle carte: vengo accusato di aver corrotto un consigliere comunale inducendolo a dimettersi un mese prima dalla scadenza del consiglio comunale. Questo però lo dice il pm, ma non lo dice nessun altro, nè l'interessato, né coloro i quali avrebbero dato il posto a sua moglie, nè gli investigatori. E noi a tal proposito abbiamo prodotto, prendendola dai documenti presentati dal pm, una informativa del 2009 congiunta di Gdf e carabinieri nella quale si dice che le assunzioni riferibili a me nella società Eco4 erano due e tra queste due non figurava la moglie del consigliere comunale in questione”. E’ un fiume in piena il deputato: “In questa vicenda non c'entro nulla, evidentemente pago lo scotto di essere nato a Mondragone e di non essermi mai allontanato dal mio territorio che mi ha dato tante soddisfazioni anche dal punto di vista politico. Questo processo getterà un'ombra ancora più pesante sulla procura di Napoli, che è quella di Enzo Tortora e di Giorgio Magliocca, un sindaco tenuto in carcere dieci mesi per essere alla fine riconosciuto totalmente innocente”.
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