Caserta - Pregiudicati italiani e stranieri dediti, a tempo pieno, a furti di autovetture, al cosiddetto `cavallo di ritorno' e al loro riciclaggio, sono i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Gli indagati sono nove: cinque condotti in carcere e tre agli arresti domiciliari, mentre una nona persona è irreperibile. L'indagine, svolta dalla Squadra Investigativa del Commissariato di Aversa (Caserta), ha consentito di accertare, anche grazie all'ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, l'esistenza della temibile e ben strutturata organizzazione criminale partendo da una notizia confidenziale secondo la quale, a Casaluce, esisteva un deposito destinato alle automobili rubate. L'operazione è stata ribattezzata `Nerone' dal nome del cane, un mastino napoletano di proprietà di uno degli arrestati che i poliziotti hanno dovuto evitare per poter inserire le microspie. Proprio dall'ascolto delle conversazioni è emerso il ruolo di Pasquale Russo, ritenuto a capo dell'organizzazione criminale. E' risultato, inoltre, che molte telefonate dirette alle vittime da parte degli autori dei `cavalli di ritorno' venivano effettuate da telefoni pubblici per stranieri della zona. La tecnica utilizzata per rubare le auto era molto sofisticata: venivano impiegate centraline di decodificazione fornite dall'elettrauto della zona, grazie alle quali i criminali erano in grado di superare agevolmente gli ostacoli frapposti da antifurti di ogni genere. Estremamente semplice la tecnica di apertura degli sportelli delle auto per le quali veniva utilizzato un semplice cavatappi. All'atto della restituzione dell'auto rubata al proprietario, che avveniva dopo il pagamento della somma richiesta a titolo estorsivo, il veicolo veniva restituito e lasciato parcheggiato con installazione di `blindo-sterzo'. Dalle conversazioni intercettate si è avuto modo di ascoltare l'abbondante uso di linguaggio cifrato utilizzando parole come pantalone, ragazza, chiave, libretto e ambasciata per le auto che potevano essere rubate. Dalle indagini è anche emerso che, nell'ambito della stessa organizzazione criminale, si distinguevano, per il ruolo rivestito, tre sottogruppi: un primo gruppo si occupava prevalentemente del furto delle auto e del successivo `cavallo di ritorno'; un secondo gruppo aveva il compito di rubare auto in varie zone della Campania e un terzo gruppo era, invece, dedito al riciclaggio di auto o di pezzi di auto rubate. Nel corso delle investigazioni sono stati scoperti depositi di veicoli rubati a Napoli, Casaluce, Falciano del Massico e a Gricignano di Aversa nei quali sono state rinvenute numerose attrezzature per il `taglio' delle auto, nonché centraline di decodificazione. L'indagine ha consentito di accertate la consumazione di più di 100 furti di auto e di recuperare circa 20 veicoli di provenienza illecita. Nel corso delle investigazioni sono stati arrestati, in flagranza, altri sette indagati evidenziando il coinvolgimento, complessivamente, di circa 50 persone, per molte delle quali non sono state richieste o non sono state accordate misure cautelari.
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