Sparanise, di Ilario Capanna – Domani mattina il sindaco di Sparanise Mariano Sorvillo ed il suo vice Giancarlo L’Arco parteciperanno alla conferenza organizzata dal Presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta Domenico Zinzi a sostegno dell’aeroporto di Grazzanise. Coltivando la passione per il volo, la notizia mi ha dato lo spunto per parlare del progetto, di cui si sente parlare da almeno 15 anni, che sembra aver subito una brusca interruzione dovuta alla dichiarazione del Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro che qualche giorno fa lo ha definito: ”Opera non strategica per la Regione Campania”. Ancora una volta, dunque, il progetto che potrebbe dare una vera e propria svolta al sistema macroeconomico e microeconomico dell’intera provincia di Terra di Lavoro, viene sacrificato, in questa circostanza sull’austero ed abusivo altare del governo Monti, in cambio di chissà quale altra promessa che andrà sicuramente a beneficio delle province di Napoli o di Salerno. Ora, oltre al tentativo più o meno convinto di non lasciarsi scippare il sogno, perché a ben guardare la storia recente, soprattutto grazie alla totale inettitudine dei rappresentanti casertani che siedono e si sono seduti nel Parlamento italiano di questo si tratta, una riflessione anche tecnica deve essere sicuramente fatta. L’aeroporto internazionale di Napoli Capodichino è ormai in saturazione strutturale ed il suo ruolo, con il costante aumento del traffico passeggeri e merci non può che essere destinato a quello di city airport. Il dato emerge lampante ed ogni considerazione, che prescinde naturalmente dagli ormai insopportabili campanilismi storicamente napolicentrici, nella logica dei fatti non può reggere più. Basti considerare il numero e la lunghezza delle piste: a Napoli ce n’è una sola che misura 2628 metri (ed è quindi corta per consentire atterraggi comodi ad aeromobili che coprono rotte intercontinentali) e non può essere allungata per mancanza oggettiva di spazio in entrambe le testate. Spesso costringe i piloti a bordo di aeromobili, (al massimo quelli abilitati per il medio raggio), a fare dei finali al cardiopalma, con il carrello che passa a pochi metri (si proprio cosi, metri..) da Capodimonte e più in generale su tutta la zona collinare, nel tentativo di approcciare la pista in direzione 06, (l’altra è la 24) perché essendo solo una è impostata secondo la direzione dei venti prevalenti. Tradotto in soldoni significa che su una pista che misura una lunghezza inferiore ai 3 km non possono decollare ad esempio i boing 747, i 767 e men che meno i 777 o gli Airbus A 340 o A380, quelli che collegherebbero ad esempio Grazzanise e Pechino senza scalo. Ma oltre al problema insormontabile legato alla lunghezza della pista c’è anche quello ancora più irrisolvibile dell’area di sosta: cosi com’è strutturato, Capodichino non potrebbe neanche ospitare, da un punto di vista tecnico, aerei di tali dimensioni. Ergo, venendo meno questi che sono solo due degli elementi fondamentali su cui si fonda lo sviluppo di un struttura che potrebbe servire un’area di quasi 15 milioni di abitanti, si capisce anche la strategia politica ed economica che di fatto impedisce lo sviluppo di altri aeroporti sulla direttrice Napoli-Roma: l’hub di Fiumicino. Non è un caso, infatti che tutti gli abitanti dell’Italia meridionale, che Sicilia esclusa, conta qualcosa come 14 milioni e 200 mila abitanti, sono costretti a servirsi, nella migliore delle ipotesi, per poter prendere un volo intercontinentale o di lungo raggio in genere, a raggiungere l’aeroporto romano o peggio il lontanissimo scalo di Milano Malpensa. Questi sono gli elementi oggettivi che nessuno può mettere in dubbio. Ma è proprio da questi elementi che un governatore come Caldoro che, avendo a disposizione un aeroporto come Grazzanise, che dispone già ora di una pista militare di 3 km che potrebbero diventare tranquillamente 4 o 5 per l’abbondanza di spazio da sfruttare, dovrebbe partire per cogliere a pieno le opportunità e rilanciare in maniera indubbiamente strutturale tutta l’area posta a nord di Napoli e di conseguenza della Regione Campania. Basti pensare ai benefici economici che si sviluppano intorno ad un aeroporto intercontinentale che, diversamente da quelli nordici, è utilizzabile 365 giorni l’anno e quindi naturalmente dotato di un indice di produttività assoluto. E poi ancora alle opere viarie che potrebbero essere realizzate, con la costruzione di nuove bretelle di collegamento alla rete autostradale ed alla tangenziale di Napoli; del resto non ci vuole molto considerata l’ubicazione logisticamente felice dell’aeroporto di Grazzanise. Che dire poi della facilità di collegamento alle rete ferroviaria ? La linea Napoli-Roma via Formia passa proprio lì vicino e la linea Napoli-Roma via Cassino, ad esempio con la stazione di Sparanise o di Capua dista solo pochi chilometri, esattamente come la stazione del Treno ad alta velocità di Afragola. Insomma, a dirla tutta e da qualsiasi prospettiva lo si voglia guardare, l’aeroporto intercontinentale di Grazzanise, in base a tutti gli indicatori macro e micro economici, sarebbe un’opportunità epocale per il territorio casertano e meridionale in genere. Ma per realizzarlo ci vogliono gli attributi, quelli che purtroppo nel corso dei decenni sono mancati e, purtroppo tuttora mancano, ai nostri rappresentanti politici a tutti i livelli. Qualsiasi politico degno di essere definito tale, che abbia minimamente a cuore il benessere del proprio territorio e che non agisce, ovviamente, solo perché spinto dall’istinto primordiale ed irrefrenabile del cicero pro domo sua, farebbe dell’aeroporto di Grazzanise una sorta di mission da perseguire ad ogni costo. Ma noi casertani, purtroppo, per le vicende ormai note a tutto il mondo civile, non abbiamo questa fortuna. Siamo un popolo condannato e prono al sistema della carota ed al bastone. In giro non c’è sufficiente spina dorsale per maturare quel riscatto sociale tanto decantato dai professionisti dell’anticamorra che, quelli si, alla stessa stregua dei politici di cui sopra, hanno fatto dello status quo della nostra terra uno straordinario strumento di arricchimento personale. Questa gente ha avuto il potere di sradicare dalle nostre coscienze anche l’etica della speranza. Per questo motivo credo che, nonostante le enormi potenzialità, l’aeroporto di Grazzanise resterà, purtroppo, solo un sogno irrealizzabile perchè la Provincia di Caserta resta nelle priorità di qusti signorotti solo quando la si vuole trasformare nella pattumiera di Napoli...
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