Caserta - L'ultimo grande superlatitante dei casalesi, Michele Zagaria, finito in manette stamani in un bunker di Casapesenna, per la camorra e' da sempre noto come 'Capastorta', per gli investigatori, invece, un fantasma inseguito per 16 lunghi anni. La mente criminale di Gomorra e' nata il 21 maggio del 1958 a San Cipriano d'Aversa, un paesino nel casertano, e negli anni si trasforma, grazie alle sue capacita' manageriali, nel re del cemento a livello nazionale. I suoi interessi, negli appalti pubblici e non, partono dalla Campania per estendersi fino al Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Lombardia e, in particolare, Emilia-Romagna. Zagaria ha dimostrato di riuscire ad egemonizzare anche il territorio dell'ndrine calabresi, e il suo business, stimato in un impero di milioni di euro, si estende, oltre al settore edile, al giro della droga, delle estorsioni e al controllo degli appalti. Il 19 giugno 2008, nel processo d'appello del maxiprocesso Spartacus, viene condannato alla pena dell'ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. Il 13 ottobre 2010 anche la Corte d'assise di Latina condanna 'Capastorta' alla massima pena per l'omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso il 22 luglio 1988 a Gaeta. Dopo appena due giorni dall'ultima condanna, il 15 ottobre 2010, il boss ne subisce un'altra, sempre all'ergastolo, da parte della Corte d'appello di Latina. Tante le voci e le storie che aleggiano su di lui. Tra le piu' note, quella relativa ad una tigre che teneva serenamente al guinzaglio come si trattasse di un barboncino.
Una intera stanza, accessibile grazie a una botola nel pavimento di un locale di una villetta di 'insospettabili', una stanza che saliva e scendeva come un ascensore, grazie a binari sulle pareti laterali. Ecco dove ha vissuto per lunghi periodi, salendo di rado in superfice, senza abbandonare Casapesenna, suo paese natale, come tutti i capoclan di camorra, il boss dei Casalesi Michele Zagaria arrestato dopo 16 anni di latitanza. Il covo era munito di telecamere di protezione. Nel bunker libri (tra cui quello del magistrato Raffaele Cantone), alcuni indumenti e una televisione. La polizia ha dovuto adoperare martelli pneumatici per sfondare le intercapedini di cemento.
La polizia aveva individuato l'area in cui si nascondeva il superlatitante dei Casalesi Michele Zagaria una ventina di giorni fa. Lo spiega all'ANSA il questore di Caserta, Guido Longo, che aggiunge: ''siamo riusciti a portarci sulle sue tracce grazie a un'assidua e costante attivita' investigativa''. Il questore nega che l'arresto di Zagaria sia riconducibile alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia. ''La polizia ha messo in campo quanto meglio aveva a sua disposizione per arrestare Zagaria'', ha detto ancora Longo, ''e i sacrifici in termini di uomini e mezzi sono stati enormi''. Tornando al momento della cattura, il questore di Caserta ha descritto le fasi concitate dell'arresto: ''Non riuscivamo a togliere il coperchio della botola che dava l'accesso al nascondiglio. E' stato Zagaria a rivelarsi quando si e' reso conto che ormai eravamo a un passo da lui: e' stato quello il momento in cui ho capito che ormai l'avevamo preso''. Agli agenti delle squadre mobili di Caserta e di Napoli e dello Sco, che lo hanno arrestato, Michele Zagaria e' sembrato in perfetto stato di salute e curato nella persona. Dopo essere stato trasferito da Casapesenna, dove e' stato arrestato, a Caserta, Michele Zagaria e' rimasto per circa due ore negli uffici della squadra mobile insieme ai dirigenti che hanno preso parte all'operazione. Poco fa Zagaria ha lasciato la questura di Caserta per il trasferimento nel carcere di Novara. Il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, ha deciso che vista l'alta pericolosita' di Michele Zagaria, il boss sia rinchiuso nel penitenziario di massima sicurezza a Novara, in regime di 41 bis, carcere duro.
Tante foto di famiglia sistemate a comporre un cuore, su una parete, e alcuni poster di auto di Formula 1. Era arredato cosi' il bunker sotterraneo di Michele Zagaria: luci soffuse, tre schermi video per tenere sotto controllo le telecamere di sorveglianza posizionate all'esterno, due divani, una libreria con pochi volumi, tutti legati alla camorra. Due titoli del magistrato Raffaele Cantone, ''Gomorra'' di Roberto Saviano, un testo del giornalista Gigi Di Fiore. Nel rifugio, quattro metri sottoterra, l'aerazione era assicurata da un impianto di climatizzazione. Quando la polizia ha accerchiato il covo, staccando la corrente elettrica, il boss ha temuto di morire soffocato e anche per questo motivo ha cominciato a urlare per segnalare la propria presenza. Dopo l'arresto, ha raccontato quei momenti di paura agli uomini in divisa: ''Vi chiamavo e non mi sentivate...''. Gli investigatori, che avevano identificato il perimetro in cui si nascondeva il boss, hanno effettuato dalla scorsa notte ben 33 perquisizioni nel centro di Casapesenna, stringendo progressivamente il cerchio intorno al latitante.
'Scacco al re di Gomorra': l'arresto del boss camorrista Michele Zagaria, avvenuto oggi, e' al centro dell'appuntamento con 'Bersaglio Mobile', il programma di esclusive di Enrico Mentana che andra' in onda stasera alle 21.10 su La7 e per l'occasione ospitera' Roberto Saviano. Il programma sara' trasmesso in diretta anche sul web all'indirizzo www.la7.it.
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