Casapesenna - Michele Zagaria, nato il 21 maggio 1958, e' soprannominato ''Capastorta'' ed era da tempo considerato l'ultimo grande latitante dei Casalesi. E' nato a San Cipriano d'Aversa, in provincia di Caserta ma e' residente a Casapesenna (Caserta). Era ricercato dal 1995. La sua specializzazione e' il settore edile ed e' accreditato di grande capacita' manageriale. E' stato in grado di mettere insieme, in un giorno di chiusura delle banche, 500 mila euro per l'acquisto di un immobile a Parma. Le sue imprese casertane sono riuscite ad imporsi sul mercato nazionale non solo praticando prezzi concorrenziali ma anche garantendo costantemente sui cantieri uomini e mezzi e tempi ridotti per la realizzazione delle opere. In uno dei processi che lo hanno visto imputato, e' stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione anche il suocero di Pasquale Zagaria, Sergio Bazzini, imprenditore di Parma del settore del cemento, con interessi a Milano, Parma e Cremona. Gli investigatori ritennero Bazzini - del quale Zagaria aveva sposato la figliastra - una testa di legno del boss per controllare gli interessi del clan tra Emilia Romagna e Lombardia. Il ''feudo'' di Zagaria e' il triangolo tra Casapesenna, San Cipriano d'Aversa e Casal di Principe, dove il boss e' proprietario di un impero di milioni di euro accumulati con la droga, le estorsioni ed il controllo degli appalti. Il potere del boss si fonda proprio sul controllo del territorio. ''A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio arresto - ha messo a verbale un pentito dei Casalesi, Emilio di Caterino - per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti''. Tornando alla cattura ecco la cronaca dei concitati momenti della cattura. "Basta, non sfondate, sono qui. Mi arrendo". Quando ha capito che non c'era piu' nulla da fare la voce di Michele Zagaria si e' sentita dal sottosuolo mentre invocava la polizia di non sfondare piu' il pavimento perche' si sarebbe consegnato spontaneamente. Si nascondeva in un bunker sotterraneo in via Mascagni, a Casapesenna, il paese dei Zagaria, dal quale non si e' mai allontanato in 15 anni di latitanza. Il pm della Dda di Napoli Catello Maresca si è rivolto così nel bunker del superlatitante: ''Come mi ha insegnato il mio maestro Franco Roberti, e' finita'', e il boss Michele Zagaria, appena arrestato, ricordando l'ex capo dei magistrati antimafia di Napoli, oggi alla guida della procura di Salerno. ''E' finita'', ha convenuto il boss. ''Con la cattura di Michele Zagaria si e' certamente tagliata la testa dei Casalesi, l'unica rimasta dopo l'arresto di Antonio Iovine''. Lo dice all'Adnkronos il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, commentando l'arresto di Michele Zagaria, numero uno dei Casalesi, catturato a Casapesenna, in provincia di Caserta. ''Oggi e' un grande giorno per l'intera provincia di Caserta. La cattura del boss latitante Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, rappresenta una grande vittoria dello Stato contro l'antistato camorrista". Lo dichiara il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi. "Faccio i miei piu' vivi complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura per questo straordinario risultato. Per tutti noi - aggiunge Zinzi - questa operazione costituisce un motivo di grande soddisfazione. Con l'arresto di Zagaria viene messo a segno un colpo micidiale nei confronti della camorra, che da troppo tempo opprime la nostra terra, negandole quel processo di sviluppo di cui avrebbe bisogno e per raggiungere il quale lottiamo quotidianamente". "Per tutti i cittadini della provincia di Caserta la data odierna assume un significato speciale e rappresenta una grandissima iniezione di fiducia che non fa che accrescere la consapevolezza che la criminalita' organizzata, come tutti i peggiori mali, puo' essere sconfitta. L'importante e' combatterla quotidianamente con tutte le forze'', conclude Zinzi.
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