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Inchiesta Biopower 1, assolti con formula piena Magliocca e Mazzuoccolo

L’ex sindaco ed il suo vice “non hanno commesso il fatto”
1/10/2011 10:42

Pignataro Maggiore - Diciotto rinvii a giudizio, due patteggiamenti e tre assoluzioni tra cui quelle dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore Giorgio Magliocca – detenuto per un’altra vicenda – del suo ex vice sindaco, Piergiorgio Mazzuoccolo, e di Giuseppe Ragucci. L’inchiesta è quella battezzata Biopower (dal nome della centrale a biomasse di Pignataro Maggiore) che alla fine dell’aprile del 2009 sfociò in 23 ordinanze cautelari tra arresti domiciliari e carcere.
Molti di più, invece, gli indagati, tra cui l’ex assessore provinciale Francesco Capobianco uscito indenne e scagionato da ogni accusa già un anno fa dall’inchiesta (insieme ad altri professionisti ed ingegneri, tra cui il sammaritano Italo Verzillo) in quanto la loro posizione fu archiviata. Il processo per i 18 rinviati a giudizio, tra cui il romano Renzo Bracciali, si aprirà il prossimo febbraio davanti al collegio giudicante presieduto da Alberto Maria Picardi. Tra gli imputati principali, Gianpiero Tombolillo (condannato con abbreviato a un anno e dieci mesi) insieme ad Eugenio Di Santo (un anno e dieci mesi) e Vincenzo Di Santo al quale il gup Concetta Scognamiglio ha rigettato il patteggiamento. L’inchiesta della magistratura sammaritana, si trasformò in una sorta di bufera giudiziaria sulla Regione Campania e sulla Provincia di Caserta per la presenza di alcuni politici e funzionari dei rispettivi enti. Al centro dell’indagine, una presunta rete d’affari capillare per corrompere amministratori locali, tecnici, funzionari e consulenti pubblici: tutto con lo scopo di ottenere il via libera alla costruzione della centrale e un contributo pubblico di sei milioni e 800 mila euro. Questa la ipotesi dell’accusa che ottenne 23 arresti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa a danno alla Regione Campania, corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione di segreti di ufficio e realizzazione di falsità in atti pubblici. In particolare, due imprenditori, Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo, entrambi di Roma, sono accusati di aver elargito mazzette e promesse a politici e funzionari pubblici per ottenere vantaggi. Tutto gira intorno al contributo milionario della Regione per la costruzione della centrale di Pignataro, contributo che, alla fine, non è stato incassato, visto che la Biopower ha poi ottenuto un finanziamento della Unipol Merchant Bank. Per ottenere il finanziamento regionale i due si sarebbero appoggiati a Vincenzo Guerriero, un dirigente della Regione (in cambio di incarichi professionali per il figlio), e Fulvio Scia, funzionario: quest’ultimo per cinquantamila euro l’anno avrebbe rivelato a Tombolillo informazioni utili per ottenere le sue strategie imprenditoriali. Un ex consulente della Regione, Eugenio Di Santo, si sarebbe invece occupato di facilitare i rapporti politici, ricevendo in cambio 140.000 euro. Soldi sarebbero stati elargiti anche a consiglieri comunali, tra cui Francesco D’Alonzo, che per appoggiare il progetto aveva ottenuto la sponsorizzazione della Biopower per la sua squadra di calcio, il Pignataro. (Fonte: casertasette.com)
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