Di seguito pubblichiamo un' interessante analisi di Marcello Veneziani apparsa oggi nella versione on line de Il Giornale. Tra le tante cazzate dette e scritte un pò da tutti in questi giorni, l'analisi articolata dall'intellettuale pugliese mi è sembrata quella più onesta e soprattutto più aderente alla realtà. ..................................................
Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché il sesso non sarà più organo di Stato, non andrà più in viva voce nel pianeta, non servirà più per abbattere i governi e far scattare allarmi costituzionali, ma riguarderà so¬lo intimi piaceri e vite private. Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché i magistrati mammasan¬tissima non avranno più alibi per deci¬dere sui governi, la tv, la vita e il voto de¬gli italiani. Dovranno occuparsi di giusti¬zia e non origliare sesso, dovranno far funzionare i tribunali e non sfasciare i governi.
Quando Berlusconi mollerà, sarò feli¬ce perché Di Pietro, l'Italia dei livori, i media e gli altri dovranno trovarsi un mestiere, avendo perso la loro unica ra¬gione pubblica d'esistere. E in tv non ve¬dremo più Porca a Porca. Quando Berlu¬sconi mollerà, sarò felice perché la sini¬stra non potrà più campare sulle erezio¬ni del premier satiro. Quando Berlusco¬ni mollerà, sarò felice perché le Tre Gra¬zie Gian Pier Fran, indossatori del Nul¬la, dovranno dire da che parte stanno e non potranno più gufare sugli errori e sulle zoccole altrui. La satiriasi è una ma¬¬lattia ma non vale una crisi al buio che inguaia l'Italia intera. Se Berlusconi è il male, i suddetti sono nell'ordine il Peg¬gio, il Vuoto e il Nulla. Il Peggio è il Paese che odia, il Vuoto è la sinistra che man¬ca, il Nulla è il terzismo che affumica.
Dicono in coro che ci vuole decoro. Giusto. Ma il decoro è una categoria eti¬ca, in parte politica, per nulla giudizia¬ria. Non sono i giudici a sanzionarlo. Mi¬sura il contegno, non la fedina penale. Se è in gioco la morale si esprimano con¬danne morali, non penali né politiche. Perfino Kant diceva «la legge morale dentro di me», mica invocava magistra¬ti, gendarmi e parlamento. Il priapismo è un male antico del potere e non è tra i più gravi. E il decoro dei politici non ri¬guarda solo i peccati di sesso, ma il ri¬spetto dei ruoli e del popolo sovrano, l'uso e l'abuso delle risorse pubbliche, la lealtà. Quando resteranno i decorosi, i decorati, i decoratori, capiremo cosa ci siamo risparmiati in questi anni. Dopo Priapo verranno le mezzeseghe. Tratto da Il Giornale del 22 gennaio 2011
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