Sparanise, di Ilario Capanna – Una rapina in puro stile arancia meccanica quella perpetrata stanotte ai danni della famiglia di Elio Sorvillo, (nella foto a sinistra) noto imprenditore edile. I malviventi, approfittando del buio della notte, hanno scavalcato la recinzione della villa che dà sulla traversa di via Garibaldi e, con evidente esperienza in materia di effrazioni, hanno fatto irruzione nella villa dell’imprenditore edile forzando il portone di ingresso. Pistole in pugno hanno quindi dato il via ad una escalation di terrore durata quasi due ore, squarciando la tranquillità notturna di una famiglia da sempre dedita al lavoro. Con evidente accento est europeo i sei criminali, che secondo le testimonianze delle vittime erano armati fino ai denti, si sono subito avventati su Elio Sorvillo, che è stato colpito con violenza alla testa, per poi aggredire e percuotere con efferatezza il figlio Pierluigi che, una volta udito il trambusto, si era immediatamente precipitato in soccorso del padre. Mentre 4 dei 6 delinquenti tenevano in ostaggio sotto la minaccia delle armi i Sorvillo, gli altri due sono saliti al piano notte della villa dove in quel momento stavano dormendo la moglie dell’imprenditore e le due figlie. Una volta giunti al piano superiore le hanno bruscamente svegliale e terrorizzate, per poi rinchiuderle nelle rispettive camere da letto. Di lì a qualche istante, proprio come in un film, l’intera famiglia Sorvillo si è trovata sequestrata nella propria casa, senza poter reagire in alcun modo. La scena del crimine si è quindi spostata di nuovo al pian terreno dove,una volta immobilizzato su una sedia ed imbavagliato Pierluigi Sorvillo, i criminali, sotto la minaccia delle pistole, hanno obbligato Elio Sorvillo ad indicare l’esatto posizionamento della cassaforte. L’imprenditore, per salvaguardare l’incolumità della sua famiglia, ha ripetutamente invitato i criminali a non usare la violenza, ma i sei, intenti a perseguire il loro disegno criminoso, hanno continuato a percuotere le povere vittime creando un clima di terrore che, stando alle testimonianze dirette, per efferatezza, non trova riscontro con episodi simili nelle cronache locali recenti. I sei si sono arresi solo quando Elio Sorvillo, con una pistola puntata dietro alla nuca, è stato costretto ad aprire la cassaforte che custodiva soldi e gioielli di famiglia. Facile immaginare come sia andata a finire: i risparmi ed i ricordi di una vita di lavoro sono immediatamente finiti nelle mani dei criminali che una volta ripulita la cassaforte hanno legato anche Elio Sorvillo e, dopo due ore di autentico terrore, si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Una volta liberatosi, per Elio Sorvillo il primo pensiero è stato quello di sincerarsi sulle condizioni di salute della famiglia, di cui, il più malconcio era sicuramente il giovane Pierluigi che sin da ragazzo segue il padre nell’attività di famiglia, per avvertire poi le forze dell’ordine che hanno fatto partire subito una serie di posti di blocco. Al momento, le indagini sono seguite dai carabinieri di Sparanise agli ordini del maresciallo Pierfrancesco Bardi che è da sempre impegnato in prima linea nella prevenzione delle attività criminose sul territorio sparanisano. Sta di fatto, comunque, che per dinamica ed efferatezza l’episodio segna una nuova linea di confine nella strategia criminale messa in essere da chi non si pone più alcuno scrupolo pur di arricchirsi in maniera illecita. L’idea di non sentirsi più al sicuro neanche in casa propria, la dice lunga sui tempi difficili in cui vive la comunità sparanisana e sul disperato bisogno di sicurezza che sempre più italiani ormai avvertono come un bisogno primario. Piena solidarietà all'amico Elio ed a tutta la sua famiglia, scossa da questo terribile avvenimento e massima fiducia nelle forze dell'ordine affinché assicurino presto alla giustizia i sei malviventi.
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