Caserta – La tragicommedia dell’emergenza monnezza si avvia ormai verso le comiche, non ancora finali, purtroppo, poiché si suppone che il peggio deve ancora arrivare. Come se non bastasse tutto il caos che sta scoppiando a causa dei continui disservizi causati dall’articolazione casertana del Consorzio Unico di Bacino, ora ci si mette pure il Governatore della Campania Caldoro ad affondare Terra di Lavoro. Cosi accade che Napoli e provincia, a causa della scelleratezza di chi le amministra, affogano ancora una volta nella monnezza e non sapendo più dove infilarsela fanno sponda con Caldoro per ottenere, con un atto di imperio, il via libera e poter scaricare le tonnellate di talquale, cioè monnezza non differenziata, nelle province di Caserta, Avellino e Benevento. Si dirà: e la legge 26; la provincializzazione del ciclo dei rifiuti? Non servono a nulla. Di fronte alla monnezza dei napoletani tutto il mondo, volente o nolente, si deve inchinare. Ieri il presidente della Procincia di Caserta Zinzi, con il fermo diniego ad utilizzare San Tammaro come sversatoio della monnezza napoletana aveva illuso quasi un milione di casertani. Aveva fatto vedere che lui è veramente un presidente vero, come andava dicendo in campagna elettorale. E invece, a meno di 24 ore di distanza, il Governatore Caldoro, che evidentemente se ne fotte di Terra di Lavoro, dopo il fuoco e le fiamme di Terzigno, impone di scaricare a San Tammaro. Come dire: basta fare “ammunia”. Falsa solidarietà a parte, sorge una domanda spontanea: ma dove sono i consiglieri regionali casertani? Cosa fa il presidente del consiglio regionale Paolo Romano che vive a Capua? Possibile mai che Caserta deve ancora una volta sacrificarsi per aiutare il fallimento della Provincia di Napoli guidata da Giggino Cesaro ? E cosa penserà adesso Cosimo Sibilia, Presidente della Provincia di Avellino, firmatario di una interrogazione parlamentare contro il Comune di Sparanise sempre per la vicenda monnezza, visto che anche nella sua terra verranno scaricate svariate tonnellate di monnezza napoletana ? Domande che meriterebbero risposte concrete che però non arriveranno, perché i rappresentanti politici campani e casertani vivono in una dimensione perennemente gelatinosa che nel nome dell’autoconservazione del potere e del pastone a base di tripli o quadrupli stipendi pagati con i sacrifici dei contribuenti, sarebbero disposti a sacrificare anche le loro terga pur di continuare a vivere da nababbi senza fare un beneamato cazzo dalla mattina alla sera !
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