Panoramica – Tanto tuonò che piovve ! Poco fa l’On Domenico Zinzi di è dimesso da Presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta, esattamente come fece il suo predecessore Alessandro De Fanciscis dopo le elezioni del 2005, per la manifesta arroganza degli esponenti del PdL casertano. Un gesto di coerenza e di responsabilità che fa apprezzare ancora di più l’uomo Zinzi, al quale, come candidato presidente il 65% dei casertani aveva dato fiducia lo scorso mese di marzo. Dunque ci risiamo, come nel più classico dei corsi e ricorsi storici, la storia si ripete. L’oggetto del contendere è sempre lo stesso: il potere, le poltrone e il mantenimento delle rendite parassitarie della politica. In una provincia sempre più drammaticamente in fondo a tutte le classifiche degli indicatori economici e sociali, dopo un plebiscito a favore di Zinzi, i signori del 19 %, perché tanto ha raggranellato il PdL alle recenti elezioni provinciali, anziché favorire la formazione di una giunta di alto profilo e spingere al massimo affinché si possa mettere nelle condizioni di operare al meglio la squadra del Presidente, ingaggiano una disgustosa lotta per le poltrone che è culminata con le dimissioni di Zinzi. Forse il Presidente non ne poteva più dei vari Giuliano e Coronella che continuano imperterriti a perseguire uno scopo unico: la sopravvivenza della loro satrapia. Il colpo di grazia deve essere arrivato a margine dell’incontro di ieri con Cosentino, vale a dire colui che aveva osteggiato più di tutti la sua candidatura, probabilmente fermo sulle posizioni assurde e sproporzionate al reale valore del PdL casertano, proprio per favorire le dimissioni di Zinzi e riscattarsi, come si suol dire, la botta salvo poi inserirsi da qui a qualche giorno nella trattativa e fungere da finto paciere. Il punto sembra essere la nomina assessorile dei sindaci di Aversa e di Pignataro Maggiore, ma in realtà si sta giocando una partita molto più importante. Cosentino, dopo la temporanea estromissione dal tavolo delle decisioni a causa delle sue vicissitudini giudiziarie, e dal pressing composto dal duo Italo Bocchino-Mara Carfagna, si sta riprendendo tutto il potere possibile ed immaginabile con gli interessi. Complice la situazione favorevole scaturita dalla frattura tra Berlusconi e Fini e quindi il temporaneo appannamento di Bocchino, preso dai rilevanti impegni che comportano la costituzione di un movimento politico culturale di respiro nazionale come Generazione Italia, ha prima imposto la giunta al Governatore Caldoro, riuscendoci anche grazie alla posizione di debolezza politica di quest’ultimo, e poi ha provato a fare altrettanto con Zinzi. Ma Zinzi non è Caldoro. Il deputato di Marcianise ha un partito solido alle spalle e da politico raffinato quale è ha deciso di dimettersi togliendo il pallino dalle mani di Cosentino. Ora, ci attendono 20 giorni nei quali Zinzi e i satrapi del PdL casertano proveranno a trovare una quadra, ben consapevoli della grande figurella di merda rimediata a causa di questi ultimi, altrimenti il ritorno alle urne sarà inevitabile. Dalle dinamiche che hanno caratterizzato la situazione salta fuori un particolare di non poco conto: i nominati senatori Giuliano e Coronella hanno prodotto una quantità di danni che in qualsiasi altro partito di un qualsiasi altro paese civile li avrebbero fatti automaticamente saltare dalla poltrona di coordinatore vice coordinatore provinciale. Ma qui, in Italia, e soprattutto in Provincia di Caserta, una banda di oligarchi sfaccendati che elettoralmente parlando conta quasi zero, asseconda il volere di chi tiene in scacco la politica casertana da ormai 3 lustri con metodi assurdi sul modello Russia di Boris Eltsin, trova esattamente il contrario, incassando l’appoggio incondizionato dei vertici del partito. Allora una considerazione va fatta: quanti elettori del PdL si sentono rappresentati da questi signori? La risposta è semplice. Solo coloro che vivono nella scia dei satrapi e campano di politica ! Tutti gli altri li manderebbero tranquillamente a quel paese….
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