Napoli - Silvio Berlusconi vince ancora. Dalla mezza sconfitta del 2006 non ne sbaglia una. La conquista di Piemonte e Lazio sono un vero “miracolo” politico, su cui i politologi dovrebbero scrivere qualche libro.
Il radicalismo di Emma Bonino non ha pagato, a dimostrazione di come il suo “minoritarismo” sia sempre e comunque perdente. Per Renata Polverini adesso viene il difficile, non avendo – di fatto – il Pdl romano in Consiglio regionale.
In Piemonte, Mercedes Bresso (con l’Udc!) ha perso sul filo di lana: grave per un Governatore uscente subire una sconfitta del genere, specie se con una coalizione allargata.
Al Nord non c’è partita. La Lega trionfa e la sinistra è scomparsa. Non ha più senso parlare di voto operaio alla Lega, dato che la lotta di classe è morta e sepolta.
Nelle regioni rosse resiste il Pd, con un pericoloso exploit di Beppe Grillo.
In Campania, Stefano Caldoro vince alla grande, superando le migliori ipotesi pre-voto. Record della Carfagna, consigliere regionale più votato della Storia d’Italia, dai tempi dell’elezione diretta dei Presidenti di Regione. Adesso non si potrà dire che Mara è solo immagine.
Bene Beppe Scopelliti in Calabria, dove Loiero è stato umiliato.
Peccato per la Puglia, dove l’ostinazione di Fitto non ha pagato. Il ministro si è dimesso, e ha fatto bene. Adesso, nel tacco d’Italia si riparta dall’eterna lezione tatarelliana.
PS: alle Provinciali di Caserta, Pdl al 19%. Qualcuno rifletterà?
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