Sparanise, di Ilario Capanna – Oggi per gli sparanisani è una data importante che dovrebbe essere ricordata dalle istituzioni cittadine ma anche dalla società civile e dal mondo della scuola, con maggiore rispetto. Undici anni fa, con decreto dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, veniva riconosciuta alla città la più alta onorificenza: la medaglia d’oro al merito civile che fa bella mostra di sé sul gonfalone della città custodito in una teca dell’aula consiliare. Questa la motivazione che la accompagnò: “Nel corso della seconda guerra mondiale, importante centro per la raccolta e la deportazione di prigionieri, veniva sottoposto ad indicibili sofferenze che culminavano nell'eccidio di trentacinque cittadini barbaramente fucilati dalle truppe tedesche in ritirata. 1940 – 1945.” Indissolubile quindi il legame con i tragici fatti del 22 ottobre e più in generale delle sofferenze patite dagli sparanisani nel corso della seconda guerra mondiale. A scanso di equivoci và ricordato, anche in considerazione della data, la conferma dell’antico adagio “nulla è per caso”. L’8 marzo, infatti, è la festa della donna ed è proprio alle valorose sparanisane che rischiarano la propria vita per aiutare i prigionieri del centro di raccolta che si deve gran parte del merito dell’importante onorificenza. Oggi purtroppo, con i recenti fatti di cronaca venuti tristemente alla ribalta nazionale, ma chi non ricorda il tragico assassinio dell’8 marzo di qualche anno prima, questa città dimostra ancora una volta, nei fatti, di non amare molto le donne e soprattutto di avere scarso rispetto nei loro confronti. Ecco: sarebbe il caso che quella medaglia d’oro, che dovrebbe essere motivo di vanto oltre che di orgoglio, entrasse nel dna degli sparanisani e venisse festeggiata con maggiore decoro, lo stesso decoro che si deve alle donne in occasione di una giornata che dovrebbe far riflettere e scuotere le ormai assopite coscienze. Sveglia sparanisani: la storia non la scrivono i pusillanimi !
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