Santa Maria Capua Vetere – La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, a conclusione di una lunga Camera di consiglio l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo scorso 12 giugno nei confronti del vicequestore aggiunto della polizia di Stato, Valerio Consoli, originario di Sparanise, difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Raffaele Gaetano Crisileo. Consoli ritorna completamente libero, dunque, dopo quasi sette mesi dall’inizio della vicenda che l’ha coinvolto. L’ex dirigente, ultimamente, aveva ottenuto dal Gip la sostituzione della misura dei domiciliari con l’obbligo di dimora nella città di Isernia, ultima sua sede di servizio (precedentemente aveva comandato i commissariati di Castelvolturno e di Santa Maria Capua Vetere) presso la locale questura, ove ricopriva capo ufficio personale.
Valerio Consoli è accusato dei reati di concussione nella nota vicenda delle presunte pressioni compiute, allo scopo di ottenere l’assunzione della moglie, ai danni del titolare clinica Pinetagrande di Castelvolturno, Vincenzo Schiavone, e di violenza privata nei confronti del capoufficio tecnico del Comune di Sparanise per una storia legata all’installazione di un’antenna per telefonia mobile su un terreno di proprietà di Consoli.
La decisione della Cassazione è giunta mentre il processo che vede imputato il vicequestore Consoli sta vivendo le sue prime fasi. Nell’udienza del 18 gennaio, il presidente del seconda sezione del tribunale, chiamata a giudicare l’imputato, ha accolto la richiesta formulata sia dal pm dottor Carlo Fucci che dagli avvocati difensori Giaquinto e Crisileo, decidendo di astenersi dal processo perché lo stesso presidente si era precedentemente espresso in alcuni riesami relativi al sequestro del terreno di proprietà di Consoli. Atti rimessi al presidente del tribunale Della Selva, che dovrà decidere, ora, a chi rassegnare il processo. Fonte: Casertace
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