Roma - L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'arresto del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (Pdl), confermando la decisione assunta nei giorni scorsi dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio. I voti a favore al diniego dell'arresto sono stati 360, 226 quelli contrari. La votazione è stata a scrutinio segreto. Seduto nell'ultima fila dei banchi, a pochi posti di distanza dal legale del premier Niccolò Ghedini e dal presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, Cosentino riceve, subito dopo il voto, gli abbracci e i baci dei colleghi della maggioranza che attraversano l'emiciclo pur di andare a congratularsi con lui per lo scampato arresto chiesto dai magistrati napoletani. Francesco Pionati lo stringe in un abbraccio affettuoso, mentre Mario Landolfi gli stringe calorosamente la mano. Ma la processione dei deputati, soprattutto campani, è lunghissima e lui sorride felice a tutti. Contento no, dice, perché "nessuno è contento di difendersi da accuse tanto infamanti", dice Cosentino che ha di che essere soddisfatto del no della Camera alla richiesta del suo arresto arrivata dalla procura di Napoli. "Il voto è andato molto al di là della stretta maggioranza che governa il paese", ha sottolineato il sottosegretario all'Economia conversando con i cronisti. E su questo, ha aggiunto, "ero sicuro che vi sarebbe stato un voto che andava al di là della maggioranza". Il prossimo scoglio sono le mozioni di sfiducia che Montecitorio esaminerà nel pomeriggio. "Se dovesse passare non esiterò un minuto soltanto a dimettermi", ha assicurato.
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