Sparanise - Secondo autorevolissime indiscrezioni romane, per la prossima settimana in Campania si potrebbe verificare un vero e proprio cataclisma politico. Adesso, infatti, la data entro la quale il PDL ufficializzerà il nome del candidato alla Presidenza della Regione Campania è quella del 23 Ottobre. Dunque ancora poco più di una settimana di attesa, anche se la scelta pare ristretta a soli due nomi: Nicola Cosentino e Stefano Caldoro. Il primo riconducibile a Forza Italia, il secondo, segretario nazionale del Nuovo PSI, è appoggiato dall'area ex An e da diverse correnti dell’ex partito degli azzurri. Da ciò ne deriva un unico dato pressoché certo: il candidato alla Regione Campania dovrà fare i conti con i delicati equilibri all’interno del Partito del Popolo della Libertà tra Forza Italia e Alleanza Nazionale e partiti satellite. Un tempo neanche troppo lontano, c'era la regola del 70/30, ma dopo l'esplosione della guerra a distanza tra Berlusconi e Fini ogni tipo di rappresentanza politica ed elettorale è destinata ad essere ridiscussa. Allora la domanda sorge spontanea: sarà ancora questo il principio guida per la composizione delle liste elettorali ? E ancora: considerato che, almeno in Campania, il candidato governatore sarà espressione di Forza Italia, gli esponenti di quella che un tempo era Alleanza Nazionale non saranno autorizzati a chiedere qualcosa in più? Ed allora ecco spiegate le “fibrillazioni” casertane e sparanisane, conseguenza naturale di una situazione che si sta registrando a livello nazionale e regionale. Ordunque, se i link politici che tengono in piedi i vari personaggi che si auto dichiarano espressione del PDL sono sempre gli stessi, significa che una soluzione sparanisana che possa giungere dalla base al momento non si intravede neanche. Ieri ed oggi sui quotidiani provinciali sono apparsi due articoli che fotografano in pieno lo stallo della situazione attuale. Secondo quanto riportato dalla stampa il palcoscenico sarebbe già occupato da due duellanti più o meno ufficiosi e da un terzo aspirante candidato alle elezioni provinciali del prossimo mese di marzo. Nessuno dei due/tre sembra però essere l'espressione di una rinnovata unità (anche se, ad onor del vero, bisognerebbe andare indietro di 4 anni per poter essere legittimati ad usare questo termine...) che sia capace di mettere insieme tutte le anime orientate a votare PDL. Dei tre, al momento solo uno, vale a dire il neocoordinatore cittadino, stando ai fatti può essere considerato come espressione del PDL al 100%. In definitiva e senza portarla troppo per le lunghe, all'orizzonte di intravedono solo due possibili soluzioni: la prima è quella che passa per i lunghi coltelli, ossia un gruppo che per grazia (che si legge nomina) ricevuta (del resto sempre del PDL parliamo...) riesca a prevalere sull'altro e quindi avere la meglio; la seconda passa, invece, attraverso un reset generale, con la discesa in scena (tanto per restare in tema) di un nome nuovo. Egli deve essere capace di aggregare i giovani e di non dispiacere ai due schieramenti che, vale la pena ricordarlo, non rappresentano più ciò che potevano esprimere 4 mesi fa, ma sono espressione di consenso decisamente più modesto. Di certo in questa fase, parlare di candidature significa automaticamente tagliare fuori i tanti giovani e meno giovani che si sentono rappresentati dalla politica nazionale del PDL. Il personaggio ideale alla guida del PDL locale, anche in proiezione candidatura, deve essere perciò giovane, avere quantomeno una buona dimestichezza con la lingua italiana, per farsi meglio capire da tutti, deve essere autorevole e non autoritario, perché è opportuno ricordare che nel 2009 non si vota per eleggere un sovrano ma un rappresentante del popolo sovrano, ma sopratutto deve essere culturalmente preparato ed avere capacità di mediazione e di sintesi. Solo cosi si potranno affrontare i temi e rappresentare le istanze di un territorio che paga, da anni ormai, un'assenza di rappresentatività che inizia a diventare francamente imbarazzante. Il “popolo” del centro destra sparanisano non può rimanere imbrigliato da personalismi e veti trasversali o, peggio ancora, da farneticanti ambizioni da statisti a causa delle quali nulla è stato prodotto, ma che hanno, purtroppo, negativamente caratterizzato una fetta della città rappresentata da un modo di intendere e fare la politica basata solo ed esclusivamente sul “particulare” che ha ancorato i sogni degli sparanisani all'ormai famigerato ponte carbonaro. Insomma: è il momento di tirare fuori gli attributi e avere coraggio di cambiare.
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