Genova – Dopo aver ucciso la compagna è rimasto lucido e ha curato tutto nei dettagli. Prima di mettersi un sacchetto sulla testa e il tubo del gas di una stufa in bocca, ha firmato anche un assegno di mille euro, lasciandolo in bella vista sul tavolo del tinello. Sono i soldi che Antonio Olla, 82 anni, aveva destinato al suo funerale. Ma non solo. L'ottantaduenne, prima di farla finita, ha tirato fuori la tessera della Socrem, l'associazione a cui era iscritto per essere cremato.
Il comportamento del pensionato non lascia dubbi: se non c'è premeditazione, poco ci manca. Con tutta probabilità sapeva che un giorno o l'altro sarebbe successo. Per il pubblico ministero che si occupa delle indagini, Giovanni Arena il caso è chiuso: il pensionato, venerdì pomeriggio, in un appartamento di via Schiaffino a Quarto, ha ucciso la compagna Teresa Pacecchi, di 75 anni e poi si è tolto la vita. Anche il movente, ormai, è chiaro. Lo ha scritto lo stesso Olla: «Abbiate pietà di me, ma non di quell'arpia». Poche parole scritte su un biglietto che gli agenti hanno trovato accanto all'assegno. Le indagini sull'omicidio-suicidio sono dunque al capolinea, anche se oggi il magistrato conferirà l'incarico al medico legale per le autopsie. Esami che confermeranno quello che già era emerso nelle ore successive alla scoperta dei cadaveri. Teresa Pacecchi è morta in seguito a un trauma cranico gravissimo provocato da un colpo inferto da Olla con un oggetto contundente, il filtro di una macchina del caffè. L'uomo, per assicurarsi che il combustibile della stufa non mettesse in pericolo gli altri condomini, aveva aperto le finestre dell'appartamento. Come se avesse voluto tenere il resto del mondo al riparo dalla rabbia che lo aveva consumato per mesi. Alimentata dal rancore nei confronti della donna che gli aveva reso, a suo dire, la vita impossibile.
La solitudine è il tratto che accomuna le vite dei due coniugi. Olla aveva interrotto da almeno vent'anni i contatti con la famiglia: la prima moglie, Maria Bonaria Farci, da cui si era separato e i figli. «Non avevo più niente a che fare con mio padre. Di quello che è successo non so niente», dice la figlia Rosanna. Solo Angelo in questi anni si era riavvicinato: è stato lui a scoprire i cadaveri. Teresa Pacechi, invece, non aveva nessuno. La donna, nata a Sparanise, in provincia di Caserta, non aveva figli. Gli inquirenti sono riusciti nelle ultime ore a contattare una nipote che vive in provincia di Genova. Ma nessuno, al momento, si è presentato all'obitorio per avere notizie della salma.P. Cal. Fonte: Il Secolo XIX
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