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Verso le elezioni, Bassolino ammette: adesso il PdL è più forte

Seocndo il Governatore la coalizione ha il vento in poppa
1/4/2009 18:35

Napoli - Pdl più forte del Pd, "nel pieno della sua ascesa politica, guidato da un vento favorevole dato dalla sua aggregazione di massa".
La pensa così il governatore dalla Regione Campania Antonio Bassolino, che si augura di "riuscire ad ottenere un risultato accettabile per il Pd alle prossime elezioni. Noi andiamo verso le prossime elezioni – spiega Antonio Bassolino – concorrendo con un Pdl che si trova nel pieno della sua ascesa politica". La differenza rispetto al governo Berlusconi del 2001, secondo Bassolino sta "nel forte consenso territoriale che ha raggiunto il Pdl, che ha acquistato consensi anche laddove prima ne aveva pochi, come nel caso della Regione del Friuli". Non si perde d'animo, però, il presidente della regione Campania che assicura; "Il terreno sul quale dobbiamo concorrere alle prossime elezioni deve essere quello di riguadagnare consensi in una prospettiva di lungo periodo, impegnandoci insieme al nuovo leader Franceschini". L'errore dell'ex segretario Walter Veltroni, secondo Bassolino, è stato quello "di non portare avanti fino in fondo la buona campagna elettorale che aveva cominciato, basato sul terreno delle riforme istituzionali". Il nodo della questione è quindi "quello di contrapporsi al Pdl alle prossime elezioni, considerando l'elemento di imprevedibilità, che può giocare a nostro favore, che è quello della crisi". Ospite della presentazione del Secondo Quaderno di riflessione sul "Caso Campania: resoconto di una discussione", a cura di Gianfranco Nappi, anche il filosofo Biagio De Giovanni, che ricostruisce i motivi della "caduta radicale del rapporto tra sinistra italiana e società". La sinistra – secondo De Giovanni – ha sprecato due importanti occasioni di governo, ha fallito nel tentativo di mettere insieme il vecchio sistema egemonico contro Berlusconi e la Lega". Si è trattato, conclude De Giovanni, di una "grave sottovalutazione di ciò che stava avvenendo nella destra. Lo sbaglio di Veltroni è stato quello di non aver portato avanti con forza l'idea di identità di partito come rappresentante del riformismo italiano, e quello della sinistra in generale, di non aver previsto la crisi". Fonte: Il Denaro
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