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Scuola: la risposta di Amilcare Nozzolillo alla lettera di un giovane studente

Riceviamo e pubblichiamo
5/11/2008 19:36

C’e un’aria nuova nella scuola e nella società che non è declinabile con le idee del ’68.
Egregio Direttore, Le scrivo non per ribattere alla lunghissima lettera dello studente di Scienze Politiche, come si usa dire, le sue opinioni sulla riforma della scuola, le rispetto pur se non le condivido, ma per manifestare una breve riflessione che dica poco della mia lontana esperienza scolastica e del movimento studentesco e operaio, e molto invece della nuova generazione che compone le diversissime forme dell’attuale protesta, il cui ampio respiro è, tuttavia, fortemente connesso al mondo del lavoro. L’altro giorno il treno era stracolmo di ragazze e ragazzi che andavano a Caserta a manifestare contro il decreto Gelmini. Si capiva dai loro volti puliti e dalle espressioni spontanee che partecipavano al loro primo corteo. Sono sceso in piazza ad ascoltarli perché dove si radunano i giovani c’è la speranza di sconfiggere il nichilismo e la dimensione virtuale che caratterizzano la nostra società. Nessuno degli slogan scanditi era adulterato, sincera la loro domanda di più democrazia e più politica, insomma, una nuova gestualità e un nuovo vocabolario. E’ viva un’altra forma di ribellione alle scelte calate dall’alto che sta spazzando via la grammatica e la pseudo-ideologia dei sedicenti social rivoluzionari, i quali hanno provato lo stesso a contaminarne il linguaggio e, appropriandosi indebitamente della testa del corteo, a sporcare una partecipata e pacifica manifestazione. Non voglio dire del loro stridore, anacronistico e noioso. Vorrei spiegare, invece, l’esperienza collettiva di tanti studenti che con semplicità scoprono il valore della scuola pubblica, contestano le scelte che mettono in discussione il diritto allo studio e lo spiegano alle loro famiglie, ne parlano con i loro docenti, perché vogliono difendere le conquiste di civiltà che attengono alla conoscenza e ai saperi. Ho visto e sentite ragazze e ragazzi giustamente preoccupati, ma con la consapevolezza di dover studiare e la maturità di “pensare” al loro futuro. La Scuola e l’Università sono il fondamento della nostra società. Le Istituzioni devono venire a scuola da questi studenti per ascoltare una lezione così importante e così diversa dalle scomposte piazzate dei finti antagonisti, utili al potere e funzionali soltanto all’antipolitica. Questo volevo dire allo studente di Scienze Politiche che difende i provvedimenti del governo, di non essere speculare a chi pratica il nulla ma a confrontarsi, senza pregiudizi, con chi ha l’obiettivo di conferire più risorse e più qualità all’insegnamento.
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