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L’opera e il sacrificio di Mario Di Giovanni ricordati in un libro

I salesiani hanno ricordato il coadiutore sparanisano
31/10/2008 18:32

Sparanise (Ilario capanna) - In occasione delle iniziative collaterali alle celebrazioni del cinquantennale della Fondazione dell’Unione ex Allievi “Don Bosco” di Fossano e del Trentennale dell’istituzione del nuovo Centro di Formazione Professionale, lo scorso 22 ottobre, ha avuto luogo a Fossano, presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, la presentazione del libro “L’altra metà di Don Bosco” in onore della figura del Salesiano Laico Coadiutore ed in particolare alla memoria del Salesiano Laico Mario Di Giovanni (Sparanise 1941 – Fossano 1983) a 25 anni dalla Sua scomparsa. Promossa dalla Famiglia Salesiana di Fossano con i contributi di Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, Francesco Balocco, Sindaco di Fossano, don Giampaolo Del Santo e don Romano Zucchi, già direttori dell’Istituto Maria Ausiliatrice, Michelangelo Bianco, Presidente Ex Allievi/e “Don Bosco” per il Piemonte e Valle d’Aosta e curato da Ezio Lignola, Presidente Ex Allievi/e “Don Bosco” dell’Unione di Fossano, la ricerca si è proposta di analizzare la figura del Salesiano Laico o Coadiutore, in un contesto storico giuridico, concentrandosi, in particolare, sul ricordo di Mario Di Giovanni e sul suo contributo del Centro Professionale. Nel corso della presentazione ci sono stati notevoli approfondimenti che hanno preso in esame alcune significative figure di Coadiutori dell’Istituto nel corso di Cinquant’anni. All’evento hanno preso parte anche i familiari sparanisani di Mario Di Giovanni, che con la loro presenza hanno voluto ricordare, con amore, le gesta del fratello, non un celebrato eroe ma una persona normalissima, dotata di un senso dell’altruismo e del sacrificio per il prossimo decisamente fuori dal comune. Forte il ricordo del Vescovo di Cuneo e Fossano S.E. Giuseppe Cavalletto che ha usato alcune parole del compianto don Oreste Benzi per meglio descrivere l’opera di Di Giovanni: “Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà, la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all’infinito di Dio [...]” Ebbene sarebbe utile ed opportuno che anche a Sparanise, città dove Mario Di Giovanni è nato e vissuto, le istituzioni si adoperassero per veicolare nel migliore dei modi il messaggio che egli ha lasciato. L’amore per il prossimo, in un mondo regolato dall’egoismo, dove il relativismo sembra prendere il sopravvento, la testimonianza di Di Giovanni diventa attualissima e di sicuro monito per le generazioni future. Solo continuando a ricordare le sue gesta l’opera di Di Giovanni non sarà vana. Ed è senz’altro straordinario che nel 2008 alla nostra comunità siano capitati due eventi eccezionali, entrambi legati a due figure di prima grandezza: Padre Semeria e Mario Di Giovanni. Non è un caso se a distanza di pochi mesi siano stati presentati due libri che narrano della vita e delle opere dei due uomini di Dio. Il primo si intitola: “Destinazione Carità”; il secondo: “L’altra metà di Don Bosco”. Forse i due eventi dovrebbero essere presi in maggiore considerazione e indurre gli opinion leaders a riflettere sulla opportunità di veicolare al meglio i moniti racchiusi nelle opere dei due personaggi fortemente legati a Sparanise. Anche perché prima o poi, la nostra città potrebbe trovarsi nell’eventualità neanche troppo remota di avere ben due processi di beatificazione che la riguardano molto da vicinio.
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