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A Caserta il primo espianto da neonato in Italia

Reni, fegato intestino e cuore per i piccoli pazienti
8/10/2008 18:12

Caserta – Dopo i tristissimi record negativi a livello europeo in fatto di omicidi e di furti di automobili la provincia di Caserta viene alla ribalta per un evento estremamente positivo. La notizia è stata battuta dalle agenzie da poche ore. La generosità di una mamma in lutto ha permesso quello che si ritiene il primo intervento in Italia di espianto e donazione d'organi da neonato. L'operazione e' stata eseguita qualche mese fa all'Ospedale di Caserta, ma "finora non ne e' stata data notizia per proteggere la privacy della famiglia del piccolo donatore e quella dei baby-pazienti trapiantati", spiega all'Adn Kronos Salute Luigi Falco, tra l’altro già due volte Sindaco di Caserta, primario di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale campano. "Un intervento eccezionale - aggiunge - anche perchè l'ammissione al trapianto in neonatologia deve rispettare requisiti “feroci”, a tutela dei piccoli donatori. In particolare, il donatore deve essere a termine, cioè deve essere venuto alla luce dopo 38-42 settimane di gestazione, deve essere sopravvissuto per almeno una settimana al parto, e la donazione deve essere consentita dai genitori, dopo una diagnosi di morte cerebrale". Quest'ultimo aspetto è molto delicato, ancor di più nel caso dei neonati. "Dopo un elettroencefalogramma piatto di mezz'ora - racconta il medico - l'esame deve essere ripetuto dopo 6 ore di osservazione. L'Ecg deve essere ancora piatto, eseguito in una stanza senza rumore, il neonato non deve avere flusso cerebrale, ma deve essere a cuore battente. I riflessi del tronco, infine, devono essere assenti". Solo se tutte queste condizioni sono rispettate si può pensare di candidare il bebè alla donazione d'organo. "Nel caso specifico - prosegue Falco - il neonato aveva subito una grossa asfissia perinatale. Dopo aver verificato le sue condizioni abbiamo parlato con i genitori e la mamma ha accettato l'idea della donazione" di reni, fegato, intestino e cuore. A quel punto sono state eseguite le necessarie indagini, e la Commissione per le donazioni ha verificato che ci fossero tutti i presupposti per l'espianto. "Questo intervento - prosegue il neonatologo - e' stato eseguito da due equipe giunte appositamente in ospedale, che hanno prelevato reni, fegato, intestino e cuore del neonato, tutti organi utilizzati in Italia per bimbi in attesa di trapianto". Falco non vuole svelare il numero dei piccoli pazienti salvati dalla generosità dei genitori del baby-donatore, ma sottolinea che "il fegato di un bimbo di 3,5 chili può essere impiantato anche su un bebè di un anno". Insomma, questa vicenda ha dato una speranza a tante piccole vite. "Questo è un settore in cui i neonatologi italiani sono all'avanguardia. Un settore delicatissimo, in cui occorrono molte verifiche, tanta cura e altrettanta cautela. Ma bisogna ricordare - conclude Falco, sottolineando il valore della sua equipe - che in questo modo si può dare una nuova speranza ai piccolissimi malati in attesa di trapianto".
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