Roma - Potrebbe bloccarsi il conto alla rovescia per le elezioni del 13 e 14 aprile. Il clamoroso
annuncio arriva dal ministro dell'Interno Giuliano Amato, che non ha escluso uno
slittamento della consultazione dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha
riammesso nella competizione la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza, che chiede
"l'esecuzione immediata dell'ordinanza e il differimento della data del voto onde
consentire il ripristino della violata legalità".
Per effetto di quest'ordinanza, dunque, la Dc di Pizza può tornare a 'correre', ma se si
votasse come previsto il 13 e 14 aprile non avrebbe a disposizione i 30 giorni di
campagna elettorale previsti per legge.
"A noi - ha spiegato il responsabile del Viminale a margine di una manifestazione a
Reggio Emilia - stamane viene comunicata una decisione cautelare che potrebbe essere
modificata dal giudizio di merito per la riammissione di un simbolo e quindi la
presentazione di una lista - ha sottolineato Amato - questa è una procedura non
prevista dalla legge elettorale che può avere tempi indefiniti, alla quale tuttavia bisogna
conformarsi, e quindi al momento non posso escludere che essa comporti un rinvio
della data delle elezioni".
Un'eventualità sulla quale la decisione, ha precisato il ministro, "spetta a chi ha fissato
la data delle elezioni, quindi a governo e capo dello Stato". Il ministro ha spiegato
ancora che, dopo il via libera del Consiglio di Stato, "la decisione finale di merito deve
essere ancora espressa dal Tar Lazio". "Poi - ha chiarito - è possibile che su questo si
innesti un regolamento di giurisdizione da parte della Cassazione per valutare se i
tribunali amministrativi sono o no competenti a intervenire nel procedimento
elettorale".
L'ordinanza del Consiglio di Stato sull'ammissione della Dc alle liste elettorali, pone in
evidenza la responsabilità esclusiva del Ministero degli Interni che, con decisione
inquietante e in aperta violazione di numerosi provvedimenti dei giudici amministrativi,
che avevano accertato la non confondibilità tra i simboli della Dc e dell'Udc, ha escluso
le liste della Dc dalla competizione elettorale", afferma il capolista al Senato della Dc in
Campania Paolo Del Mese che si dice perplesso "circa le affermazioni del Ministro Amato
sulla necessità di attendere la decisione definitiva del Tar in quanto l'ordinanza del
Consiglio di Stato dispone l'ammissione definitiva della lista appellata alla consultazione
elettorale e, dunque, l'esecuzione immediata della stessa". Del Mese, nel comunicato,
chiede "il differimento della data del voto onde consentire il ripristino della violata
legalità".
La notizia ha messo subito in allarme i leader politici impegnati nella campagna
elettorale. La decisione che rischia di stravolgere il calendario elettorale è stata presa
ieri, quando la quinta sezione dell'organo supremo di giustizia amministrativa ha accolto
il ricorso proposto da Raffaele Colucci (che la Dc di Pizza intende candidare al Senato),
ribaltando la precedente ordinanza del Tar della Campania che aveva confermato
l'inammissibilità del simbolo dello scudocrociato sancita a suo tempo dall'ufficio
elettorale del Viminale.
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