Sparanise – Editoriale – Mancano pochi giorni alla presentazione ufficiale delle liste che saranno presentate agli elettori per il voto di aprile e si può affermare con assoluta certezza, che a partire dalla destra-destra, proseguendo per il centro-destra, transitando per il centro-centro per raggiungere il centro-sinistra fino ad arrivare alla sinistra-sinistra sono tutti incazzati. Quelli di destra-destra sono incazzati perché quelli di centro-destra non li hanno voluti subito, ma se dovessero essere determinanti con il loro punticino percentuale su scala nazionale, allora, poi, dopo opportuno mercanteggiare, magari sistemati sullo strapuntino saliranno sul carro dei vincitori. Quelli di centro-destra stanno facendo tutto quanto è nelle loro possibilità per perdere le elezioni annunciate come già vinte. Prima l’invenzione del PdL, poi la fusione fredda con An e ancora, il divorzio con l’Udc ed il gran rifiuto a Clemente da Ceppaloni tanto per stare nella strategia. Ma il colpo di grazia che potrebbe portare alla sconfitta di Berlusconi scaturirebbe dalla composizione delle liste e dalla pressoché nulla rappresentatività territoriale. Quelli di centro-centro sanno per certo che queste elezioni non le vinceranno ma con altrettanta sicurezza sanno che lavorando bene sul territorio possono raggiungere un importante risultato che alla fine dei giochi li renderà più importati e determinanti di prima. Praticamente hanno trovata finalmente la formula chimica giusta per riesumare la vecchia balena bianca. Quelli di centro-sinistra stanno senza dubbio alcuno, menando le danze. Sono loro a creare la tendenza. Gli altri quando possono, cercano di adeguarsi. Veltroni che ama il cinema, sa che gli italiani dimenticano in fretta, anche una iattura come il Mortadella, e che certi colpi ad effetto nell’immediato pagano. E allora alto là ai vecchi compagni comunisti che lo hanno allevato, e basta pure con gli altrettanto storici compagni socialisti, ma a bordo i radicali ed il rustico Tonino Di Pietro tanto per essere certo che la giustizia, almeno per lui, rimarrà giusta. Ma Walter taglia pure all’interno del Pd. Fuori De Mita e dentro Picierno, una differenza top-down racchiusa in 55 anni ed 11 legislature: apre la porta a Bassolino ma aspetta che sia lui ad andarsene tanto per non sconquassare ulteriormente i già traballanti equilibri nella regione Campania, troppo importante come peso elettorale. Insomma il Barak Obama trasteverino, ce la sta mettendo tutta e l’impresa potrebbe anche riuscirgli. Quelli di Sinistra-Sinistra, dopo il gran rifiuto dell’americano a Roma, tengono duro, riproponendo i soliti cavalli di battaglia: salari, operai, equità sociale e via discorrendo, certi d poter contare su uno zoccolo duro ideologicamente radicalizzato che difficilmente li abbandonerà. In più, possono contare sulla indubbia onestà e coerenza di Fausto Bertinotti che ne fanno un potenziale sub comandante della italica falce e martello. E ancora: ci sono quelli elevati a rango di apparentati e quelli ripudiati che in preda alla disperazione decidono di suicidarsi ma con onore. Ma c’è un piccolissimo particolare che tutti leaders politici sembrano aver tralasciato: ma chi andrà a votare? D’accordo. Notoriamente agli italiani piace andare a votare anche alle riunioni condominiali, figurarsi recarsi alle urne. Ma stavolta è diverso. Si ha l’impressione che il limite ormai sia abbondantemente superato. Gli italiani, per colpa della legge e dei partiti, non hanno più un rapporto diretto con la politica. Sono costretti a votare per maliziose soubrette, illustri (ma solo apparentemente) sconosciuti, cadaveri in avanzato stato di decomposizione tirati a lucido e presentati come il nuovo che avanza, per focose amanti o misteriosi giovinetti teletrasportati in collegi lontani ma sicuri. Ma insomma: quando finirà questa colossale presa per il culo? Ma davvero i signori che decidono chi mettere in lista credono che ci sia poi ancora tanta gente disposta a votarli? E poi perché un elettore di Sparanise deve continuare a votare per eleggere, per forza, un candidato al parlamento proveniente dall’agro aversano da Mondragone o dal Matese, nonostante le inesorabili bocciature maturate nel tempo, che mai rappresenterà i bisogni della sua terra? Sono queste le domande alla quali difficilmente giungeranno adeguate riposte e che finiranno per convincere gli sparanisani e gli italiani in genere a disertare le urne. Dopo tutto, come si dice in questi casi: buoni si, ma fessi no!
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