Napoli - Il consigliere regionale campano del Pd Roberto Conte e l'ex dirigente del Consiglio regionale della Campania Lucio Multari (licenziato per giusta causa a fine 2006) sono fra i sei arrestati dalla Guardia di Finanza per corruzione. Come loro, ai domiciliari sono finiti il commercialista Giuseppe Ranieri, il medico Emanuele Cameli e due fratelli imprenditori Carmine e Antonio Buglione, titolari di un'impresa che opera nel settore della vigilanza privata. A monte degli arresti una indagine della Procura di Napoli su fatti che risalgono al 2005 in merito all'affitto di locali in cui sistemare alcuni uffici del Consiglio campano. All'epoca, Conte ricopriva il ruolo di Questore alle Finanze nell'Ufficio di presidenza del Parlamentino (dove ancora oggi siede come segretario). Secondo gli accertamenti della Procura sarebbe stato lui a proporre l'allocazione di uffici del Consiglio in altre sedi e contestualmente avrebbe fatto una societa' con i due imprenditori Buglione nascondendosi dietro una prestanome. L'appoggio del dirigente Multari - che per l'accusa avrebbe compiuto numerose irregolarita' - avrebbe poi favorito la societa' in questione facendone prevalere l'offerta e predisponendo poi il contratto di locazione con un canone di 421.522 mila euro annui ed una clausola che lasciava a carico del Consiglio regionale molte spese accessorie (dalla vigilanza al portierato, dalla pulizia alla disinfestazione). Il danno configurato per l'erario e' di 600mila euro. Servizi affidati, senza che si tenesse alcuna gara, ad un consorzio controllato dagli stessi Buglione. I locali, siti al Centro Direzionale ed in via Santa Maria del Pianto, per giunta, non sono mai stati utilizzati. Nella lettera di chiusura rapporto con cui e' stato licenziato Multari - da molti anni potentissimo dirigente del settore Amministrazione, Contabilita' e Gestione del personale del Consiglio regionale - si contestarono accuse pesantissime come quella relativa ad un pagamento di 40 mila euro e l'impegno di spesa e liquidazione di 1 milione e 188 mila euro prelevati da un 'capitolo di spesa inesistente ed aver fatto lavorare presso gli uffici del Consiglio una ditta di facchinaggio e pulizia senza che questa avesse mai presentato il certificato antimafia. E sulla scorta degli arresti interviene duramente il responsabile enti locali di Rifondazione che in una nota dichiara; “dopo in nuovi arresti di amministratori locali in Campania diventa urgente restituire agli elettori il diritto di decidere il proprio futuro. Gli ennesimi arresti di oggi in Campania impongono una svolta della Sinistra in Campania. Da tempo denunciamo infiltrazioni e occupazioni vere e proprie delle istituzioni democratiche che oggi trovano conferme nelle inchieste della magistratura". "L`arresto del consigliere regionale del Pd, Roberto Conte, - aggiunge - è solo l`ultimo caso in uno stillicidio di inchieste e arresti che coinvolgono molti esponenti politici della maggioranza in Campania. Il Prc in piena crisi rifiuti, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini campani, non ha scelto di interrompere l`esperienza di Governo. Oggi pensiamo che sia giunto il momento di accelerare la discussione con le altre forze per riconsegnare agli elettori il diritto di decidere del proprio futuro". Sostanzialmente concorde anche la Sinistra Democratica. ''Gli ulteriori arresti, tra cui quelli di un consigliere regionale del PD e di un ex alto dirigente della Regione, sono destinati a compromettere ancora di piu' il rapporto, gia' deterioratosi, tra i cittadini e le istituzioni in Campania''. Lo ha affermato il Coordinatore regionale di Sinistra Democratica Raffaele Porta che ha aggiunto: ''Dopo le inchieste e gli arresti delle scorse settimane riguardanti il Presidente del Consiglio regionale ed alcuni assessori e consiglieri dell'Udeur, oggi un altro importante esponente in Consiglio, questa volta del PD, viene accusato di corruzione ed arrestato per le attivita' svolte quale questore alle finanze della regione''. ''Credo sia arrivato il momento - ha concluso Porta - di porsi la domanda se l'emergenza democratica che sta vivendo la Regione Campania non imponga a questo punto di sciogliere anticipatamente il Consiglio regionale e di restituire al piu' presto la parola ai cittadini''. A questo punto una domanda sorge spontanea: ma cosa aspetta Bassolino a dimettersi?
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