Roma - Presso la sede nazionale delle ACLI, a Roma, il Comitato Nazionale delle ACLI Terra ha eletto Presidente della prestigiosa organizzazione professionale agricola il casertano Michele Zannini.
Già Presidente provinciale delle ACLI di Caserta, organizzazione nella quale ha maturato pienamente la sua formazione sociale e politica, ne è da sempre leader storico riconosciuto e apprezzato nel contesto sociale e sindacale.
La sua lunga militanza è stata contrassegnata da incarichi di rilievo, come quello di Presidente regionale delle ACLI della Campania negli anni ’80, di Dirigente nazionale delle Acli Terra negli anni ‘90, nonché dalla elezione a Presidente della Consulta regionale dell’Emigrazione ed Immigrazione della Campania, e dalla nomina quale esponente laico nella Consulta Episcopale Regionale per la Pastorale del Lavoro.
È stato anche Sindaco della città di Mondragone per due mandati.
I lavori del Comitato sono stati introdotti dal Presidente Nazionale delle ACLI, Andrea Olivero, che ha tratteggiato l’evoluzione dell’economia agricola e del relativo ruolo delle Associazioni professionali di categoria.
Le ACLI puntano ad una mediazione tra l’evoluzione di natura imprenditoriale, che ha caratterizzato fortemente il settore, e l’esigenza di rinnovare le forme di rappresentanza dei lavoratori agricoli.
Ha ricordato che le ACLI sono nate al sud, tra i bracciati e i lavoratori della terra e poi, via via, hanno ampliato l’orizzonte della loro rappresentanza sociale.
Nell’ottica di riconsiderare e rivalutare le alleanze tra Associazioni già esistenti e cercare nuove forme organizzative di rappresentanza, a Zannini è stato affidato un mandato forte di confronto delle ACLI Terra con tutto il sistema delle Associazioni professionali agricole nazionali, con le realtà istituzionali, a partire dal Ministero delle Politiche Agricole, e, non di meno, con una rete specializzata di soggetti nel mondo accademico.
Le ACLI intendono così riaffermare la loro missione di tutela dei lavoratori agricoli, ma anche di interpretazione delle grandi questioni dell’impresa agricola in relazione alle continue novità delle politiche comunitarie.
Vogliono altresì affermare un impegno specifico per la tutela della tipicità dei prodotti, per il contrasto alla diffusione dei prodotti OGM, per la riconsiderazione delle qualità sociali e culturali dell’ambiente.
La prospettiva non è dunque solo quella di fornire sevizi agli associati, ma principalmente quella di promuovere una cultura specifica del lavoro agricolo e della qualità della vita e delle relazioni personali e sociali nel mondo agricolo.
Le ACLI in sostanza vogliono reinvestire il pensiero di una grande associazione di ispirazione cristiana per promuovere i valori della democrazia, della solidarietà e del protagonismo responsabile nella rinnovata realtà sociale dell’agricoltura italiana. Fonte: comunicato stampa
|