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La discarica di Pignataro finirebbe per seppellire i segreti di Totò Riina ?

Comunicato stampa del Comitato Anticamorra
21/11/2007 18:55

Pignataro Maggiore – Se davvero dovesse andare in porto una decisione del prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, per individuare la discarica provinciale a Pignataro Maggiore, sulle cento moggia di terreno confiscate alle cosche camorristico-mafiose – al di là delle emergenze di carattere ambientale e delle sacrosante proteste popolari –, potrebbe esserci un effetto collaterale che le Istituzioni sicuramente non dovrebbero provocare per nessuna ragione al mondo. Il terreno in questione, come è noto, fu confiscato al boss di Marano di Napoli Angelo Nuvoletta, fratello di “don” Lorenzo, quest'ultimo consuocero del capomafia di Pignataro Maggiore, Vincenzo Lubrano. Ma, secondo vari collaboratori di giustizia, le cento moggia di località Arianova sarebbero in realtà appartenute – anche se gestite dalla cosca Lubrano-Nuvoletta – al capo dei capi di “Cosa Nostra”, il corleonese Totò Riina. Non a caso, lo stesso Totò Riina partecipò al banchetto per il matrimonio di Gaetano Lubrano (fratello di “don” Vincenzo) alla villa bunker di Contrada Taverna. Sono molti i segreti custoditi dalle cento moggia di Contrada Arianova, se è vero che – secondo quanto si dice in città – vi sarebbero state trovate delle armi pure recentemente. Inoltre, vi sono segnali di intimidazione mafiosa ai danni di cacciatori e forse di persone chiamate ad effettuare lavori nell'ambito dell'azione – tardiva e di facciata, con grave responsabilità dell'Amministrazione cittadina - di recupero e di riutilizzazione a fini sociali dei terreni confiscati dalla magistratura e acquisiti al patrimonio del Comune di Pignataro Maggiore. Ma se l'area fosse individuata davvero quale discarica provinciale, è possibile che i segreti di Totò Riina e dei suoi rapporti con la cosca Lubrano-Nuvoletta potrebbero essere per sempre occultati sotto una valanga di rifiuti. Occorrerebbero indagini, sondaggi nel terreno e quant'altro necessario, anche alla luce della clamorosa inchiesta che ha prodotto in queste ore la emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Totò Riina per cinque omicidi (ai danni di esponenti del clan Vastarella) portati a termine a Marano dall'attuale collaboratore di giustizia Giovanni Brusca e da Angelo Nuvoletta, Maurizio Baccante e il defunto Ubaldo Scamperti. Quest'ultimo anch'egli di casa a Pignataro Maggiore e autore di altri omicidi nella nostra zona insieme con Vincenzo Lubrano e Angelo Nuvoletta. Sulle cento moggia bisognerebbe indagare, farne un simbolo della vittoria della legalità e non seppellirle (con i segreti di Totò Riina, dei Lubrano e dei Nuvoletta) sotto una valanga di rifiuti.
Fonte: Comunicato stampa: Comitato Anticamorra
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