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Ambientalisti pignataresi sul piede di guerra: niente ecoballe nella cava

Chiesta l'acquisizione dei beni confiscati alle cosche
3/11/2007 17:0

Pignataro Maggiore – Adesso che si fa un gran parlare della cava di località Carità, a Pignataro Maggiore - dopo che il sindaco ha incredibilmente annunciato che potrebbe essere indicata quale discarica provinciale per le ecoballe -, gli ambientalisti locali invitano i cittadini a non farsi distrarre dalla sortita di Giorgio Magliocca e ad intensificare la lotta contro il disastroso progetto dell'inceneritore della Biopower srl, presentato sotto le mentite spoglie di una centrale elettrica cosiddetta “a biomasse” e sponsorizzato dall'Amministrazione comunale di centrodestra. Tuttavia, qualora dovesse davvero concretizzarsi un rischio anche per località Carità – aggiungono gli ambientalisti pignataresi -, sarebbe il caso che almeno i consiglieri comunali di opposizione sollevassero la questione della acquisizione dei beni e delle quote confiscati nell'ambito della cava con un provvedimento dei magistrati antimafia. Come è noto, finora il sindaco non ha diffuso alcun comunicato stampa per far conoscere ai cittadini le valutazioni dell'Amministrazione comunale sulla confisca operata dai giudici nei confronti della SDR, la società che un tempo gestiva la cava sotto la direzione di Nicola De Rosa, imprenditore legato al “clan dei casalesi”. L'attività estrattiva è poi passata nelle mani della Eurocave srl, bloccata dal Genio civile perché la cava era risultata abusiva, cosa che peraltro non aveva impedito all'Amministrazione Magliocca di firmare un accordo con la nuova società. A nessuno sfugge – ammesso che sia fondato l'annuncio magliocchiano relativo al pericolo della discarica provinciale – che, se il Consiglio comunale acquisisse i beni confiscati nell'ambito della cava al patrimonio indisponibile del Comune e mettesse subito in cantiere un progetto adeguato, si potrebbe creare un ostacolo insormontabile per il presunto arrivo delle ecoballe. Finora, tra le tante prese di posizione, non è emersa alcuna volontà di nessun consigliere comunale di sollevare il “caso” dei beni confiscati in località Carità. Ma tra gli ambientalisti si sottolinea che, essendo il Consiglio comunale del 9 novembre prossimo in forma “aperta” e quindi con la possibilità di sentire le opinioni dei cittadini, i pignataresi metteranno la classe politica locale – di maggioranza e di minoranza - di fronte alle sue responsabilità. Non si può perdere altro tempo – concludono gli ambientalisti – nell'acquisire i beni confiscati nella cava di località Carità, sia fondato o meno l'allarme per le ecoballe. E' ormai dal luglio 2006 che il sindaco ha ricevuto una lettera delle Autorità competenti in merito ai beni confiscati all'imprenditore camorrista Nicola De Rosa; la questione dovrebbe essere finalmente portata all'attenzione del Consiglio comunale. Fonte: (Comunicato stampa Comitato Anticamorra Pignataro Maggiore)
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