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Ambiente: in Italia sono rimasti solo 10 litorali selvaggi, tutti da salvare

Appello del WWF
12/7/2007 17:34

Roma - Sono dieci le spiagge selvagge da salvare in Italia, gioielli della natura che rappresentano il meglio di quel e rimasto ancora intatto lungo le coste dello stivale. A poter vantare questi angoli di paradiso doc sono Toscana, Lazio, Campania, Veneto ed Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna. E qui infatti che il Wwf ha selezionato i magnifici dieci tratti di costa caratterizzati da dune selvagge, sulla base di sviluppo, importanza e valore. Si parte dal Parco Migliarino San Rossore, passando dalle dune della Maremma toscana e il Parco del Circeo fino a risalire al delta del Po, per scendere poi sulla costa ionica lucana, arrivare alla costa della Riserva naturale di Torre Guaceto, alle isole con la Riserva naturale di Torre Salsa, la costa di Vendicari e Capo Passero, l’ area di Piscinas Pistis e quella di Porto Pino. L’occasione per tracciare questa mappa e stata la presentazione oggi della nuova Oasi affiliata alla rete di aree tutelate dal Wwf., l Oasi di San Felice, di proprietà del gruppo Allianz e con il patrocinio del Comune di Grosseto. Un nuovo tassello nella tutela di aree preziose come quelle delle dune doc scelte dal Wwf , divenute ormai una rarità a rischio estinzione. Di qui l’appello degli ambientalisti per riuscire a conservarle, anche grazie all’ intervento di privati. Solo nelle dune doc ad esempio si possono ritrovare i fiori bianchi e profumati del giglio di mare, oppure il papavero dorato e il fiordaliso rosa delle spiagge, il ravastrello, la crucianella marittima e il fiore a campanella della soldanella di mare. A minacciare le aree costiere e un processo rapido e di grande impatto, con spiagge che arretrano anche di metri, determinato dall intervento dell'uomo: prelievo di ghiaia dai corsi d'acqua, costruzione di dighe lungo i fiumi, una gestione sbagliata delle spiagge con l'eliminazione delle piante tipiche delle dune e la distruzione in mare della posidonia. Senza dimenticare i cambiamenti climatici, che stanno alterando gli equilibri naturali del mare. Dai dati di un rapporto del Wwf e stato calcolato che su circa 8000 chilometri di costa, soltanto 362 aree sono risultate libere, cioè non interessate da insediamenti umani, per un totale di circa 2200 ettari. Dunque il 29% delle coste e integralmente libero, il 13% e oggetto di occupazione parziale, il 58% di occupazione estensiva. Il 42% delle spiagge italiane e poi soggetto al fenomeno dell erosione, soprattutto a causa della costruzione di sbarramenti, al dragaggio di sabbia e ghiaia dagli alvei fluviali e alla costruzione di porti e strutture, che bloccano l arrivo al mare dei sedimenti in grado di ricostruire la spiaggia erosa. Un approccio devastante secondo il Wwf, in un Paese in cui 33 aree costiere, per un totale di 4.500 chilometri quadrati, sono a rischio, come si afferma in uno studio sulla vulnerabilita climatica del nostro Paese. Fonte: (ANSA)
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