Napoli - Quattordici tra imprenditori, autotrasportatori e veterinari sono stati arrestati nell'ambito di una inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano, per l'illecita importazione di maiali destinati alla macellazione, soprattutto dalla Spagna, senza controlli sanitari. Nell'indagine sono coinvolte 49 persone, tutte denunciate, e l'ipotesi di reato e' di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, per un giro di evasione fiscale intorno ai 44 milioni e dell'Iva intorno ai 4 milioni, e violazione delle norme sanitarie. L'inchiesta e' stata avviata nel 2005 da una verifica fiscale su una societa' che fa capo ai fratelli Avverso di Afragola, considerati dai magistrati gli organizzatori della truffa, leader nel mercato suinicolo del Centro-Sud e riguarda il periodo 2003-2005, nonche' altre 20 societa' - cinque delle quali fittizie e intestate a prestanome degli Avverso e una di macellazione e salumificio al Centro-Nord di cui loro sono titolari. Molti anche i commercianti compiacenti, dicono gli inquirenti, che pur sapendo che gli animali macellati erano arrivati in Italia senza i dovuti controlli sanitari acquistavano le loro carni. Sequestrata anche una stalla di sosta abusiva priva di qualsiasi autorizzazione e abbattuti 613 maiali, di cui 250 risultati affetti da malattie vascolari e 363 di dubbia provenienza. Un ruolo nell'organizzazione l'avevano anche aziende iberiche, una delle quali, la "Commercio Suini s.l." era amministrata direttamente da Giovanni Avverso. Gli animali importati da Spagna, ma anche da Olanda, Belgio, Francia, Germania e Austria, viaggiavano senza documentazione fiscale e sanitaria, con falsi auricolari applicati alle orecchie da veterinari compiacenti e documenti fittizi costruiti con fotocopie a colori di documentazione regolare; inoltre il meccanismo di fatturazione delle vendite messo in piedi dai fratelli Avverso consentiva vendite sottocosto o con un'Iva a vantaggio di una delle loro societa' attraverso l'uso di altre imprese 'cartiere'. Lo Stato non potra' mai recuperare le imposte evase, perche' l'Iva detratta dagli Avverso senza mai averla pagata, dato che le societa' impiegate per l'illecito erano senza patrimonio proprio e tutte con sede presso uno studio commerciale di via San Carlo a Caserta. Le ditte coinvolte nella truffa hanno sede a Caserta e nella sua provincia, Afragola, Perugia e provincia, Cremona, Sant'Antimo, l'Irpinia, la provincia di Lecco, il Sannio e Ftattamaggiore. Fonte: (AGI)
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