Roma - Oltre 16 milioni di italiani si fermano alla licenza media o al vecchio avviamento professionale. Lo sottolinea l'Unla (Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo) che oggi, in occasione dei suoi 60 anni di attivita', ha organizzato un convegno sull'emergenza analfabetismo in Italia. E' un quadro drammatico quello tracciato dall'associazione, sulla scorta dei dati dell'ultimo censimento, che impone ''l'allargamento dell'utenza scolastica tradizionale''. Se sono quasi 6 milioni gli italiani senza alcun titolo di studio (ma il dato e' relativo alla popolazione dai 6 anni in su), 13.686.021 hanno conseguito solo la licenza di scuola elementare e poco oltre 16 milioni si ferma alla licenza media o al vecchio avviamento professionale. Il ritardo della condizione italiana e' confermato anche dal confronto dei dati del nostro paese con il resto del mondo. Secondo l'Ocse l'Italia, fra i paesi piu' istruiti, si piazza al terz'ultimo posto tra 30 concorrenti, seguita da Portogallo e Messico. E il quadro e' fosco soprattutto nel sud d'Italia. Sono circa 9 le regioni che gli studiosi considerano a rischio di 'deriva educativa'. Il triste primato spetta alla Basilicata col 13,8% di popolazione dagli 11 anni in su senza alcun titolo di studio. Seguono Calabria (13,2%), Molise (12,2%), Sicilia (11,3%), Puglia (10,8%), Abruzzo (9,8%), Campania (9,3%), Sardegna (9,1%), Umbria (8,4%), Marche (8,2%). Ma si registrano anche contraddizioni eclatanti: proprio nel Meridione, infatti, si registra un alto tasso di laureati. In Calabria i cittadini in possesso di una laurea (7,9%) sono piu' numerosi che in regioni come Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana., Veneto e Friuli Venezia Giulia. Analogo il caso di Campania e Abruzzo col 7,7% di laureati. ''Sempre piu' spesso i ragazzi non sanno piu' comunicare se non coi nuovi media, riescono a rappresentare il 'loro' mondo solo con immagini. La sfida che abbiamo di fronte - ha osservato il viceministro dell'Istruzione Mariangela Bastico - e' restituire la scrittura e la lettura e dunque la capacita' di comprendere il mondo a questa generazione di ragazzi senza parole''. E se l'ex ministro dell'Istruzione, Luigi Berlinguer ha fatto notare come ''in una societa' libera ed evoluta non si puo' campare ne' vivere democraticamente senza scienze e tecnologie, come del resto senza arte'', un altro ex di viale Trastevere, Tullio De Mauro, ha citato dati che dovrebbero far riflettere: ''nella popolazione adulta tra i 16 e i 65 anni il 5% e' immerso nel piu' totale analfabetismo, non sa distinguere una lettera da un'altra, disegnarla, distinguere una cifra'' e ''ai livelli di piu' piena competenza alfabetica e aritmetica arriva meno di un terzo della popolazione''. Fonte: (ANSA)
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