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Police: una reunion da dimenticare, per il momento…

Copeland: “Il grande Sting è sembrato una checca petulante”
22/6/2007 16:57

Vancouver (Canada) - Così Stewart Copeland racconta sul suo forum personale gli “imprevisti” della prima, vera data del tour, in quel di Vancouver, Canada. L'esibizione di prova davanti a quattromila fortunati, infatti, “non può essere considerata un concerto dei Police, nella nostra scala delle cose”. Stupisce lo stile informale, disinibito, coinvolgente con il quale l'attempato batterista racconta ai fan più stretti il modo singolare in cui viene squarciato un silenzio durato ventitré anni (no, neanche la “Roxanne” suonata ai Grammy conta). Si apre con una “Message in a Bottle” durante la quale Steve afferma di non aver sentito attaccare Andy (Summers, il sessantaquattrenne chitarrista), e Sting che entra più o meno a casaccio (“eravamo di mezza battuta fuori sincrono l'uno contro l'altro”). Le goffaggini del cantante (probabilmente anche fuori forma fisica) proseguono durante l'esecuzione di “Synchronicity”, e si alternano a “contrattempi” di varia natura spalmati lungo le ventuno canzoni e le oltre due ore di concerto al “GM place”. Riuscirà una delle band più popolari emerse dal movimento New Wave a completare decorosamente il lunghissimo tour mondiale?
L'unica certezza per ora è rappresentata dai fantastiliardi che verranno incamerati e che permetteranno a Sting di espandere ulteriormente i suoi possedimenti, appropriandosi di mezza Toscana. Nonostante l'amore del “Pungiglione” per il nostro Paese e il fatto che le prove del tour si siano tenute proprio nelle sue famose ville italiane, da noi è prevista una sola data, quella del 2 Ottobre a Torino (difficile probabilmente trovare altri spazi adatti per un evento di questa portata, almeno non senza turbare lo svolgimento del nostro meraviglioso e regolarissimo campionato di calcio). Tra l'altro il “Delle Alpi”, pur avendo ospitato già Rolling Stones e U2, non è onestamente il massimo per i concerti (caldamente consigliato il binocolo per chi va in tribuna), ma perlomeno è assai capiente e dovrebbe riuscire a soddisfare almeno buona parte delle richieste. I prezzi sono i soliti — da rapina a mano armata, cioè — ai quali siamo stati abituati negli ultimi anni dall'amabile Ticketone, oscillanti tra i 50 (prato/curva) e i 100 euro (tribuna centrale), più prevendita. Ovviamente, per quei pochi che ancora si ostinano a collezionare uscite discografiche cosiddette “inculapolli”, è stato appena immesso sul mercato un doppio CD antologico (il cui motivo di interesse dovrebbe essere rappresentato da un libro sulle origini e la storia del gruppo, e da molte fotografie inedite, oltre a qualche brano “raro”, come “Fall Out”, il primo singolo punk — autoprodotto — del 1977). Sarebbe molto meglio, invece, procurarsi l'intera discografia dei tre poliziotti, compreso il tanto vituperato (ma col senno di poi complessivamente valido) “Zenyatta Mondatta”, il terzo LP, registrato tra dissidi interni alla band e il fiato della casa discografica sul collo. La fretta, probabilmente, non permise nemmeno di individuare un titolo decente da dare al disco... non che “Reggatta de Blanc” fosse molto meglio, diciamocelo. A questo proposito, dal '93 è in commercio il tradizionale megacofanetto, chiamato “Message in a Box” (quadruplo CD), contenente tutti i loro cinque studio album più qualche outtake. Tuttavia è abbastanza sconsigliabile, a causa di un missaggio umiliante per il basso, con una chitarra messa invece esageratamente in risalto rispetto alle uscite originali, snaturando un po' i brani. La grandezza dei Police sta nella voce acida e inconfondibile di Sting (in caduta libera per quanto riguarda la carriera solista dopo il già non irresistibile “Ten Summoner's Tales”); nella particolarità di una proposta musicale — un mix mai banale tra rock, reggae, punk, jazz e pop — che ancora oggi suona fresca e validissima; nell'eclettismo di Summers, non solo come chitarrista (come dimenticare “Be My Girl Sally”, l'allucinato monologo “spoken word” dedicato a una bambola gonfiabile?); nel suono incredibilmente moderno della batteria di Copeland, raro esempio di musicista rock aperto, “colto” e poliedrico (ha composto anche colonne sonore per film, serial TV, videogiochi, oltreché opere e balletti, per non parlare delle numerose collaborazioni, dei suoi dischi solisti, e del suo recente percorso di riscoperta del patrimonio etnomusicale), nonché di drummer equilibrato capace di essere terribilmente espressivo, efficace e comunicativo, senza limitarsi al “compitino”, ma senza nemmeno scadere in tecnicismi da osteria; nell'abilità della sezione ritmica nel creare pattern originali e avvincenti, e in quella del gruppo di sfornare hit a ripetizione. Vale la pena, quindi, prostituirsi o svendere le nostre nonne su eBay per rimpinguare le finanze degli ennesimi dinosauri del rock? La risposta è affermativa, trattandosi forse di una delle ultime occasioni utili per vedere decentemente all'opera una delle migliori e più rispettate band della storia. I tre supereroi britannici, peraltro, ormai cominciano ad avere una certa età (Summers in particolare è più anziano di un paio di lustri rispetto agli altri due) e sul palco, come abbiamo visto, gli acciacchi si fanno sentire. E figuriamoci quanto potrebbe risultare imbarazzante un ipotetico, forse inevitabile, “catetere tour” per celebrare i cinquant'anni della band. Fonte: ilcannocchiale.it
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