Roma (Adnkronos) - Questi primi caldissimi giorni di giugno hanno fatto segnare un rialzo record nei consumi di frutta. Nei primi venti giorni di giugno si e' registrato un aumento del 6% rispetto sul mese di maggio e dell'8% nei confronti dello scorso anno. A segnalarlo e' la Cia, la confederazione italiana agricoltori, la quale rileva che questa impennata nelle vendite di frutta non si aveva da anni. Il settore, infatti, da tempo continuava a fare conti con cali continui nei consumi e con una situazione di completa stagnazione. In testa alle vendite di giugno -sottolinea la Cia- ci sono le pesche e le angurie, seguite da susine, meloni e albicocche. Aumenti ai quali, "fortunatamente non hanno fatto riscontro rincari nei prezzi, anche se dai campi alla tavola la 'forbice' dei listini e' sempre molto evidente". Questi incrementi dei consumi di frutta danno una boccata d'ossigeno ad un settore che vive una stagione di grande difficolta' che l'andamento del clima, specialmente nello scorso inverno, ha causato gravi problemi. Con le temperature elevate la maturazione delle produzioni si e' concentrata ed accavallata, senza la naturale scalarita' che si verifica normalmente. Gli agricoltori si sono confrontati con una crisi pesante. I danni maggiori si sono riscontrati soprattutto in Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Ma anche in altre zone del Paese si sono avute situazioni critiche, in particolare Emilia Romagna, Marche, Sardegna e Campania. Il clima 'tropicale', in pratica, ha messo in ginocchio migliaia di produttori. E' rimasta invenduta non solo molta produzione orticola, ma anche -afferma la Cia- diversa frutta che non ha trovato sbocco sul mercato. Gli agricoltori sono stati costretti a distruggere la produzione in campo. Non solo. I prezzi all'origine sono crollati. (Adnkronos)
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