Ho appreso, collegandomi al Vostro sito, della dichiarazione rilasciata dal Sindaco Salvatore Piccolo, per rendere nota la revoca delle deleghe alla mia persona, adducendo come motivazione che io non avrei tenuto un comportamento di squadra.
Il Sindaco dimentica, forse che, le critiche se ci sono state, perché ho seri dubbi in proposito, sono il sale della democrazia. Non mi sono macchiato, quindi di nessun crimine, né ha compiuto chissà quale atto di tradimento. Sono semplicemente andato a mangiare una pizza con due amici che, oltretutto erano vicini a questa amministrazione, per cui non ci vedevo niente di strano. Come ho dichiarato anche al redattore del “Mattino”, il muro di Berlino è caduto da circa venti anni e, quindi certi atti da ducetto, non sono più regolari neanche nei Paesi ex-sovietici. La correttezza avrebbe voluto che prima di compiere un gesto tanto grave avrebbe dovuto chiedere spiegazioni. Invece niente. E’ arrivata la notifica della revoca, senza che abbia potuto in qualche modo chiarire l’accaduto. Il sindaco Salvatore Piccolo non può arrogarsi il diritto di sfiduciare nessuno, o, per meglio dire, legalmente può revocare la delega a chi vuole, ma moralmente, come uomo, non gli è consentito. I patti fatti tra uomini prevedevano che i primi sei eletti, dai cittadini di Sparanise, sarebbero entrati in Giunta. E’ stato così fin dal ’96, da quando il sindaco era Antonio Merola, che lo ha voluto quale suo “successore” sullo scranno più alto di questa Amministrazione. Se non accetti questa elementare regola, Salvatore è giusto che tragga le dovute conseguenze, che non sono certamente quelle di sfiduciare uno dei tuoi collaboratori più leali, che si è sempre battuto per farla continuare, che ha solo avuto un peccato di gola!.
Antimo Vito (ex-assessore – non per volontà del popolo sovrano – di Sparanise)
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