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Muore per difendere l’auto, un altro triste primato per la Campania

Nel 2004 a Caserta un uomo mori trascinato dai rapinatori
16/5/2007 16:38

Napoli - Non e' la prima volta che in Campania si muore per difendere un'auto. E' accaduto nel 2000, nel 2001, nel 2004, un anno fa. Le vittime sempre persone comuni: padri, lavoratori, mamme. Storie che sembrano voler seguire sempre lo stesso copione. Era il 13 settembre del 2000 quando Raffaele Iorio, 63 anni, a Napoli fu ucciso mentre tentava di bloccare due ladri che si erano impossessati della Jaguar che gli era stata affidata dal suo datore di lavoro. Una dinamica che si era registrata gia' nel maggio precedente quando a San Giorgio a Cremano (Napoli), Antonio D'Alelio, 67 anni, reagi' anche lui alla rapina della sua auto. Si aggrappo' alla sua Opel Astra, fu trascinato per alcune centinaia di metri. Poi perse l'equilibrio, batte' con violenza la testa: mori' sul colpo. Ed ancora, nell'aprile 2001, un altro morto, a Giugliano. A perdere la vita fu Antonio Caputo, 29 anni, ucciso con un colpo di pistola alla nuca perche' voleva difendere la sua auto. Caputo era un elettrauto, sposato, un figlioletto di 4 anni. L'Alfa 155 color amaranto l'aveva comprata per poco piu' di un milione: dopo molti sacrifici. Per lui, quell'auto era nuova, era motivo di orgoglio. Ottobre 2004, questa volta a Caserta. Anche Domenico Virgilio Fierro, 47 anni, di Rotondi (Avellino) mori' per difendere la sua auto. Anche lui si aggrappo' mentre il ladro riparti' a tutta velocita' trascinandolo per circa duecento metri. E poi ancora, un anno fa. La storia, tra le tante altre, e' di Antonio Pizza, commerciante di 28 anni. A Saviano, il 6 ottobre del 2006 tento' disperatamente di difendere l'auto dai rapinatori. Rimase gravemente ferito: i suoi organi hanno salvato cinque persone.
Fonte: (ANSA)
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