Pignataro Maggiore - Il giornalista Palmesano, si ritiene vittima di un’intimidazione. Visti i precedenti, (il giornalista si vide recapitare a casa un proiettile qualche anno fa) quando ha visto una bottiglia frantumata sul davanzale della propria abitazione, subito si ha pensato ad una intimidazione di stampo camorristico.
Il Palmesano scrive da anni articoli sulla cronaca delle attività della criminalità organizzata del posto; da alcuni suoi pezzi hanno preso il via varie indagini della magistratura.
In una nota stampa diffusa da ambienti vicino al Palmesano si legge: “..che ci fossero pericoli per la stampa, a Pignataro Maggiore, lo aveva intuito seppure a distanza il capogruppo di Rifondazione comunista al Senato, Giovanni Russo Spena, e lo aveva scritto a chiare lettere nella durissima interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Interno insieme con i colleghi di partito Tommaso Sodano, presidente della 13esima Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali), Raffaele Tecce, segretario della quinta Commissione permanente (Bilancio) e Olimpia Vano, componente della ottava Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni). Evidentemente, un parlamentare autorevole e prestigioso come Giovanni Russo Spena ha diverse fonti di informazione per formarsi un giudizio su una realtà locale; e da uomo delle Istituzioni, con alto senso dello Stato, sa cogliere i segnali importanti e inquietanti. Nell’interrogazione parlamentare, come è noto, Rifondazione comunista aveva anche chiesto al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, quali iniziative intendesse assumere a tutela dei giornalisti impegnati nel lavoro di indagine “sulle cointeressenze politico-affaristiche e camorristico-mafiose a Pignataro Maggiore e sugli assi Pignataro-Mondragone e Pignataro-Casal di Principe”. A Pignataro Maggiore, non appena si è diffusa la notizia della nuova intimidazione ai danni del giornalista Enzo Palmesano, c’erano due valutazioni prevalenti nell’opinione pubblica. Tra i cittadini c’era chi sottolineava che la denuncia del senatore Giovanni Russo Spena era stata addirittura “profetica” nel lanciare l’allarme sui pericoli cui sono esposti i giornalisti nella “Svizzera dei clan”; e c’era chi riteneva che l’intimidazione malavitosa era stata addirittura una “risposta” alla interrogazione parlamentare. Così volendo sottolineare, a giudizio dei cittadini, il ruolo fondamentale della stampa nella denuncia del coacervo di interessi che hanno messo in ginocchio la città. Come si ricorderà, i senatori di Rifondazione comunista avevano chiesto di sapere ”se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno accertare i motivi per i quali la Prefettura di Caserta non ha ritenuto, ad ora, di dar corso alla nomina di una Commissione d’accesso a carico dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore”.
Fonte Com. stampa
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