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Vitaliano Ranucci ci ha lasciati. Sparanise perde uno dei figli più illustri

Una vita per l’Arte la cultura e la storia della città
27/11/2023 22:4

Sparanise, di Ilario Capanna – Vitaliano Ranucci ci ha lasciati. Stamani, quando ho ricevuto la triste notizia mi sono seduto ed ho chiuso gli occhi abbandonandomi ad un lungo sospiro. E’ come se in un attimo il nastro della mia vita si fosse velocemente riavvolto, per poi ripartire lento e rivedere proiettate sul muro di casa, come in una pellicola di un vecchio film, le immagini dei miei ultimi 45 anni. Mi rivedo subito bambino, gioire nelle festanti atmosfere carnevalesche di corso Matteotti, poi quasi adolescente, ad alzare fiero la cartella della tombola nelle calde luci del Cinema delle Palme, mentre tra i fischi generali risuonava un severo: “non buttate le cartelle”. Accenno un sorriso e mi rivedo nel teatro dell’Istituto “Semeria”, a farmi spazio tra gli adulti per conquistare un posto a lato della prima fila ed ammirare gli sparanisani famosi ricevere un premio. Che onore. Respiro profondamente e sento gli applausi trascinarmi in piazza Giovanni XXIII ed a rivedere, con gli occhi spalancati dallo stupore, le meraviglie della danza ballata nei teatri più belli del mondo. E poi la musica, al campo sportivo, a notte alta, seduto sotto un cielo pieno di stelle ed ascoltare Ancora, con l’aria colma di sogni e quella voglia irrefrenabile di afferrali. E poi all’improvviso mi ritrovo fermo, di fronte ad un quadro di Caravaggio, assorbito dalla potenza dei colori e dalla struggente bellezza delle forme dei personaggi dipinti. E mentre le immagini scorrono lentamente, mi rivedo passeggiare verso “Santa Catarina”, ormai sono adulto e porto per mano mio figlio che si arrampica tra le mie braccia per poi sporgersi a vedere i pesci rossi nel “cantaro”. Ed ancora più in là, mi ritrovo di fronte all’Abate Roffredo che con il suo sguardo fiero ed austero rivolto verso il corso e la piazza, ci ricorda che Sparanise l’ha fondata lui nel 988. Ora però le immagini diventano più nitide e mi riconosco più che 50 enne, fermo con il cronometro in mano, a misurare il tempo dell’armonia della corsa, mentre fisso il monumento dedicato ai Martiri del 22 ottobre. E all’improvviso: partono gli applausi, la musica di Luis Bacalov a fare da colonna sonora. Wow, che bello, sono sul piccolo palco del teatro dell’Istituto “Semeria”. Ma non sono solo. L’immagine si allarga e finalmente tu sei con me, con quel sorriso gioioso e quella stretta di mano calda ed avvolgente a ritirare un premio. “Stavolta e toccato a me”. E mentre ridiamo mi arriva il tuo immancabile pizzicotto sulla guancia che d’improvviso mi riaprire gli occhi. Il muro è vuoto. Bianco. Le immagini non scorrono più. Non si sente più la musica ed un senso di tristezza mi attanaglia fino a togliermi le forze. Te ne sei andato Vitalià? Cerco la tua ultima opera, “Ritratto d’Artista e ti rivedo in “Verso casa”. Gli occhi diventano lucidi e prima che il dolore si trasformi in lacrime mi faccio forza e dico: no, tu non te ne andrai mai!
Caro Vitaliano, tu hai avuto la forza di ridare identità culturale e storica alla nostra Sparanise e le tue opere vivranno per sempre nei cuori, nella memoria e negli occhi di chi ha avuto il privilegio di conoscerti e di condividere con te tutta la vita o solo 1 minuto. Spero che questa città, che a volte si dimentica di chi l’ha tanto amata, sia riconoscente e ricambi quell’affetto che per mezzo secolo le hai rivolto.
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