Sparanise – E’ di oggi la notizia che i cittadini di Sparanise attendevano ormai da due mesi e mezzo: Salvatore Martiello interrompe l’autosospensione e torna a fare il sindaco della cittadina calena. Nella nota pubblicata sui social la fascia tricolore spiega le dinamiche che hanno segnato la sua vita negli ultimi mesi.
“Il 13/12/2021 decisi di autosospendermi dalla carica di Sindaco, a seguito di una notifica da parte della PG, fino ad avvenuto chiarimento. Il motivo della mia scelta era legato alla necessità di dedicarmi all’approfondimento dei fatti e delle vicende contestate, nonché al chiarimento della mia posizione.
Finalmente, essendo stato ascoltato dall’autorità giudiziaria il giorno 23/02/2022 ed avendo, precedentemente, presentato memoria difensiva, comunico con effetto immediato la revoca dell’impedimento ed il rientro alla carica di Sindaco”.
Dunque Sparanise ha di nuovo il sindaco che ha democraticamente eletto con un autentico plebiscito lo scorso mese di ottobre. In queste settimane di “vacatio” il timone del Municipio è stato affidato a Vitaliano Ferrara che da vice sindaco ha egregiamente svolto il ruolo di sindaco facente funzioni. Da oggi, quindi, Martiello si riprende la fascia tricolore con la solita determinazione che ha caratterizzato la sua azione amministrativa nell’ultimo quinquennio. Eppure in questi momenti è più che mai opportuno riflettere su un tema di forte attualità che riguarda la fragilità dell’equilibrio tra i poteri dello Stato. Fragilità sistemica che troppo spesso genera, direttamente o indirettamente, situazioni in cui la volontà popolare viene totalmente cancellata. Ora, senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che, come accade in Italia, si dipaneranno solo tra qualche anno, occorre fare una riflessione seria sul corto circuito che si è venuto a creare in Italia negli ultimi 30 anni. E non è un caso se proprio il Presidente Mattarella abbia voluto sottolineare quanto sia necessaria oggi una riforma della Giustizia in Italia.
Parimenti, al netto delle presunte responsabilità della Politica e della Giustizia, è quanto mai doveroso parlare anche dell’uso distorto che una certa parte politica fa della giustizia, in questo caso con la p e la g minuscola, servendosene per il proprio tornaconto personale.
Purtroppo a volte accade che la mancata accettazione della sconfitta scaturita dal voto induce chi proprio non riesce ad accettarla, a mettere in pratica reiterate azioni di sabotaggio che hanno come scopo la distruzione dell’avversario politico, ai loro occhi visto come il nemico da abbattere a tutti i costi, ma che, conseguentemente, generano come effetto a catena l’annullamento della volontà popolare.
E’ assolutamente legittimo che le minoranze svolgano la loro azione di controllo amministrativo, ma risulta assai poco legittimo lo spostamento in ambito giudiziario della discussione di tematiche che dovrebbero rimanere, invece, solo di carattere squisitamente politico. Insomma, per dirla in breve, la politica si dovrebbe fare nelle aule consiliari e non in quelle dei tribunali. Chi viene eletto dal popolo ha il dovere di amministrare con diligenza e serenità e chi viene relegato all’opposizione ha il dovere di controllare, non di fare la guerra tutti i giorni attraverso, esposti, denunce, lettere anonime o firmate, con l’intento di eliminare fisicamente l’avversario. E’ una strategia ben precisa che punta a dimostrare l’escalation dell’illegalità; a creare un clima di continui e diffusi sospetti di mala gestione; di potenziale irregolarità di ogni atto amministrativo prodotto.
Queste azioni, mirate e reiterate senza scrupolo e prive di alcun riguardo per la persona, si concretizzano con il coinvolgimento delle forze dell’ordine, che spinte da una mole di sollecitazioni opportunamente compulsate a cadenza quotidiana, si recano in Municipio a chiedere copia di ogni atto amministrativo prodotto da chi è in carica.
Ovviamente, Carabinieri, Finanzieri e Poliziotti si muovono, come è giusto che sia, seguendo il solco della legalità. Tuttavia, nell’architettura di chi ha inventato tale meccanismo, i rappresentanti delle forze dell’ordine rischiano di diventare inconsapevoli pedine da muovere sulla scacchiera politica secondo una strategia ben precisa che ha due obiettivi principali da raggiungere. Il primo consiste nel creare una serie di presupposti che poi generano eventi mediatici negativi, come ad esempio articoli di stampa che rilanciano ”La visita dei Carabinieri in municipio”, “La Finanza perquisisce gli uffici comunali” e cosi via, che mirano ad indebolire la fiducia che l’elettore ha riposto in chi amministra. Il secondo, complementare al primo e ben più pericoloso, consiste nel fare il possibile affinché questa attenzione delle Forze dell’Ordine, possa eventualmente sfociare in avvisi di garanzia, arresti e processi. A quel punto, il gioco è fatto perché la reputazione e la serenità di chi subisce tali azioni è, di fatto, devastata e la credibilità del soggetto politico è mediaticamente annientata. Capirete che in un clima del genere, con la macchina del fango perennemente in funzione, può diventare estremamente faticosa anche l’ordinaria amministrazione. Pensate che possa bastare? E’ invece, no, nun bast!
E già perché il più delle volte, chi subisce tale trattamento si vede stravolgere le vita, l’attività professionale e l’equilibrio familiare. Insomma, si disunisce fino a ritrovarsi in una condizione per la quale successivamente sopraggiunge la decisione della fuga. Di mollare tutto e di lasciare soli i propri elettori. Di abbandonare i sogni e le speranze di cambiamento.
A quel punto, nelle more dei tempi della Giustizia che magari chiariranno l’equivoco, gli strateghi dell’espostino, gli alfieri della denuncia o se preferite, i paladini della lettera anonima, con l’eliminazione del nemico politico, avranno raggiunto il loro scopo: le tanto agognate elezioni anticipate che li vedranno, ancora una volta, candidarsi alla guida del paese “per il bene della collettività”, il virgolettato è d’obbligo. E a questo punto la domanda sorge spontanea: ma è cosi importante raggiungere sto benedetto potere? E’ cosi forte il desiderio di gestire il paese e di conseguenza la vita dei cittadini per cui si è disposti finanche a rovinare l’esistenza di altri cittadini? E pensate veramente che il popolo non abbia capito come funzioni il giochino? La politica, tutti vogliono fare sta benedetta politica. Ma è mai possibile che questa città non vi faccia venire in mente niente di diverso da fare ? Alla fine, piaccia o no, nessuno inganna il proprio fallimento….
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