Di Ilario Capanna, Segretario Comitato Provinciale di Caserta, Federazione Italiana di Atletica Leggera – Quanto possono valere 16 giorni? Se ci pensate sono poco più di due settimane, un tempo piccolo che passa velocemente e troppo spesso scandito dal ritmo lento e ripetitivo del quotidiano. Eppure gli ultimi 16 giorni resteranno nei cuori e nelle menti degli italiani per molti anni, forse per decenni. Difficile, se non impossibile trovare un condensato di emozioni di tale portata ed intensità. Mi piace pensare che le olimpiadi di Tokio abbiano rappresentato, nella sua forma più autentica ed armoniosamente bella, la forza che il genere umano è capace di imprimere per continuare a vivere. Si, semplicemente a vivere, magari aggrappandosi alla speranza attraverso un motto, altius citius fortius, che è la sintesi perfetta degli ultimi 16 giorni per andare oltre le angosce degli ultimi 16 mesi. E che bel vivere è stato! Se proviamo a chiudere gli occhi ed a riavvolgere il nastro dei momenti vissuti davanti ad televisore, per radio o tramite smartphone, il cuore accelera, gli occhi diventano lucidi e la pelle d’oca. Emozioni uniche ed indescrivibili. Emozioni positive capaci di spingere al punto più alto quanto di buono c’è nell’essere umano. Un’estasi dei sensi raggiunta attraverso lacrime di gioia. Eh si, perché si può piangere di felicità. Ci si può commuovere per uno sprint, per un salto o per un lancio. Ora tutti sanno che si può ed è una bella soddisfazione per chi scrive. Eppure, se solo sapeste cosa c’è dietro ogni gesto atletico, dietro ogni corsa, ogni salto, ogni lancio, prima che si possano trasformare in trionfo e raggiungere la gloria olimpica. Ore, giorni, settimane, mesi ed anni di duro allenamento. Di sacrifici, di sforzi oltre i propri limiti, di delusioni e momenti di sconforto che mettono a dura prova ogni atleta. Percorsi lunghi, difficili e tortuosi che possono essere superati solo se dentro ogni atleta continua ad ardere il sacro fuoco di quel sogno chiamato olimpia. Se ci riflettete a fondo, i giochi olimpici sono la quint’essenza della vita stessa. La sintesi più nobile che ha origine da bambini e si alimenta fino a quando la meravigliosa ossessione non si trasforma in realtà. Quante belle storie ci hanno regalato questi 16 giorni. Noi campani dovremmo tenere bene in mente i nomi di Irma Testa, la boxeur allieva del maestro Zurlo, capace di conquistare un bronzo olimpico partendo dai caldi vicoli di Torre Annuziata. Dei napoletani Marco Di Costanzo, Giuseppe Vicino, Matteo Castaldo, eredi dei mitici fratelli Abbagnale e splendida medaglia di bronzo nel canottaggio, specialità quattro senza. Di Luca Curatoli che nel soldo della scuola napoletana conquista l’argento nella sciabola a squadre. Di Alessandro Sibilio, napoletano, allenato da Gianpaolo Ciappa, finalista in quello che passerà alla storia come il 400 ostacoli più veloce di sempre vinto a suon di stratosferico record del mondo, che con 47”92 è diventato il secondo di sempre in Italia oltre che ultimo frazionista della staffetta 4x400 che con Re, Aceti e Scotti fa il record italiano nella finale olimpica. Risultati che certificano un movimento sportivo in crescita nonostante l’atavico handicap legato alla cronica mancanza di strutture idonee all’attività sportiva. E che dire dei magici 10 minuti del caldissimo primo agosto, il giorno più bello della storia sportiva d’Italia?. Dieci minuti, un tempo ancora più piccolo dei 16 giorni olimpici, che è sembrato un’eternità scandita da una goduria senza precedenti. Prima Gianmarco Tamberi che sceglie, segnando uno dei momenti più alti dello spirito olimpico, di dividere la medaglia d’oro con Mutaz Barshim, l’amico rivale di tante sfide, dopo un percorso netto fino ai 2,37 metri, che aveva condiviso il percorso della sofferenza dovuta ad un brutto infortunio. E poi lui, Lamont Marcel Jacobs, cresciuto lontano dal padre, che realizza il sogno che aveva da bambino: vincere le olimpiadi e diventare l’uomo più veloce del pianeta Terra. Beh, vi confesso che ho pianto lacrime di gioia e di felicità. So cosa c’è dietro la realizzazione del sogno assoluto. In quei 2,37 metri ed in quei 9”80 secondi ci sono due belle storie da raccontare nelle scuole d’Italia e tramandare alle prossime generazioni. Mai mollare, mai arrendersi, impegnarsi ogni giorno e continuare a lavorare duramente per realizzare ciò in cui si crede fino in fondo, come hanno fatto anche Antonella Palmisano e Massimo Stano, giovani pugliesi trionfatori nella 20 km di marcia. Prima e dopo, tante medaglie ed altrettante bellissime storie da vivere e rivivere perché capaci di avere un effetto positivo sulla psiche e sull’umore. E poi? E poi c’è l’ultimo capolavoro che consacra l’atletica italiana e la spinge in alto fino a toccare vette mai neanche immaginate prima. La gara perfetta della 4x100 con Patta, Jacobs, Desalu e Tortu. Curioso che la storia si possa scrivere anche per un solo centesimo. Un tempo infinitamente più piccolo dei 16 giorni vissuti in compagnia delle olimpiadi giapponesi che per l’Italia sono state le più vincenti di sempre. Ma queste, signore e signori, sono cose che capitano e chi conosce lo sport sa di cosa si sta parlando. Come sa anche che l’età media degli atleti medaglisti si è abbassata, segnale questo che fa ben sperare per il futuro non solo in chiave cinque cerchi ma anche nella dimensione iridata. Già, i giovani e lo sport. Se da un lato sembra del tutto naturale per un adolescente del nord praticare serenamente ogni tipo di sport e magari immaginare il proprio futuro alle olimpiadi, per un pari età del sud, nonostante il trascorrere dei decenni, il punto di partenza è sempre legato ad una posizione si consistente svantaggio. Purtroppo, e costa ammetterlo, la situazione impianti e strutture è ancora carente al sud ed in particolar modo in provincia di Caserta. Basti pensare che quello di Terra di Lavoro è, oggi, l’unico capoluogo di provincia d’Italia a non avere un impianto del CONI e, sempre Caserta, è oggi l’unica città d’Italia senza una pista di atletica. Una desolazione che rispecchia in pieno la totale mancanza di programmazione e di progetti inclusivi e di ampio respiro. E a Sparanise? Beh, qualcosa di eccezionale sta per accadere. Dopo anni di deserto e praticamente di zero strutture, i giovani del nostro territorio potranno finalmente fare ritorno nel palazzetto dello sport che, dopo un importante lavoro di ristrutturazione e rifunzionalizzazione, dal prossimo mese di settembre sarà nuovamente fruibile ed aperto all’attività sportiva, più bello e più efficiente di prima. Buone notizie anche dal fronte natatorio con la piscina comunale che, dopo più di un quarto di secolo, vedrà l’inizio dei lavori di completamento nel giro di poche settimane. Sempre in viale medaglia d’oro, sono stati già riaperti anche i campetti di tennis e calcetto ed è in arrivo anche il campo di padel. Ma la notizia che potrebbe veramente lanciare Sparanise ai vertici delle aree a più alta concentrazione di impianti sportivi d’Italia l’ha data ufficialmente il sindaco Salvatore Martiello nel corso della cerimonia di premiazione del Campionato regionale di corsa su strada dello scorso 18 luglio. Esiste un progetto di costruzione di una pista di atletica leggera e di campo di calcio, già approvato e candidato al bando ministeriale Sport e Periferie 2020. Martiello è stato chiaro in tal senso: l’impianto si farà a prescindere dall’esito del bando e questa è una notizia che assume una importanza storica non solo per Sparanise ma per l’intero alto casertano. Provate solo ad immaginare quante opportunità potranno avere i nostri giovani e quanto possa essere socialmente e culturalmente importante disporre di una struttura cosi versatile, senza trascurare gli effetti benefici sulla salute e sulla formazione. Ecco, ritengo che sia proprio questa una delle visioni più idonee per rilanciare un territorio e condurlo alla normalità. Allora si che i nostri giovani potranno sognare, alla pari degli altri, di poter partecipare alle olimpiadi. Allora si, che anche la provincia di Caserta, terra dalle enormi potenzialità, sarà conosciuta in tutto il mondo anche per meriti sportivi e non solo per le solite porcherie negative… Allora si, cari concittadini: altius, citius, fortius. Lo sport è vita e sognare un futuro migliore è un diritto al quale non bisogna più rinunciare!
Ilario Capanna, Segretario Comitato Provinciale di Caserta, Federazione Italiana di Atletica Leggera
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