Sparanise – (Vitt. Sav.) Una comunità di 7500 abitanti come quella di Sparanise può essere paragonata ad un piccolo quartiere di una grande città ma con una sostanziale differenza: qui tutti si conoscono ed ogni cosa è visibile a tutti. Partendo da questo dato di fatto e fedeli alla nostra linea editoriale, grazie alla quale da anni abbiamo scelto di raccontare solo storie belle, oggi condividiamo con i nostri lettori un gesto di grande valore civico che fa da contraltare alla maleducazione ormai impunemente diffusa. Questa storia, apparentemente semplice, ha in realtà diversi protagonisti e rappresenta uno spaccato di una sorta di ciclo della vita, che vale la pena raccontare proprio per meglio spiegare cosa vuol dire sentirsi comunità e capire più a fondo come siamo messi.
La storia inizia con un gruppo di giovani che decidono di consumare un pasto all’aria aperta. Temperature polari a parte, ma si sa, gli ormoni in età adolescenziale fanno prodigi, nulla di male. Anzi, dopo tante restrizioni dovute alla pandemia, l’iniziativa può rappresentare un modo per rifare gesti semplici e ritornare a vivere una vita apparentemente normale. I giovani comprano delle pizze da asporto e delle bevande da “Riccardone”, nota pizzeria e rosticceria di Sparanise, e dopo pochi metri decidono di sedersi comodamente su di una bella fioriera in marmo con sedute, posizionata in una traversa di via De Gasperi. E qui la storia inizia ad intrecciarsi con altri fatti e parentesi che aggiungono ulteriori aspetti che non possono e non devono sfuggire ai nostri lettori perché, come dicevo prima, c’è un fil rouge che unisce tutto. Il luogo scelto dai giovani per consumare il pasto en plain air, dopo decenni di incuria, degrado e sistematico abbandono è stato riqualificato, abbellito e reso fruibile dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Martiello. Dunque un intervento di recupero finanziato con soldi pubblici derivanti da tasse che cittadini ed attività commerciali ( anche della pizzeria “Riccardone” ndr) pagano al Comune in cambio di servizi ed opere destinate alla collettività. Quindi non è un caso che i giovani avessero scelto proprio quella bella fioriera in marmo con comode sedute per il loro convivio, cosi come è altrettanto facile pensare che senza l’operazione di riqualificazione quel luogo sarebbe probabilmente passato inosservato perché brutto e sporco. Tuttavia, nonostante la nuova ed accogliente componente estetica, i giovani, una volta consumato il pasto, hanno scelto di rimanere ancorati al passato e non si sono resi conto che lasciando li cartoni, lattine e tovaglioli di carta hanno riportato quel luogo ad un degrado che non può e non deve più appartenergli. Andando via da lì, hanno lasciato un’impronta di maleducazione diffusa che rappresenta il vero problema di cui soffre la comunità, unitamente ad una traccia rappresentata dall’effige della pizzeria “Riccardone” stampata sui cartoni lasciati atterra. Questo particolare ha innescato una reazione in chi in quella traccia non solo ci si riconosce ma la porta anche con vanto, come Daniele Grella, giovane e valente figlio di Riccardo Grella, patron della pizzeria “Riccardone”, che da anni, con passione e sacrificio si sta costruendo una carriera di tutto rispetto nel panorama del food, paesano e non solo come pizzaiolo. Diversamente da chi spesso si limita a denunciare a mezzo social con video e foto ciò che non va (ci sono tanti altri precedenti in aree prossime ad altre pizzerie che subiscono la stessa sorte…) Daniele ha deciso che era giunto il momento di fare qualcosa, di associare il nome della sua pizzeria ad un gesto di alto valore simbolico e di provare a dare un esempio a quei suoi coetanei decisamente meno educati. L’indomani, considerato che il servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti non viene effettuato di domenica, si è recato sul luogo, ha raccolto cartoni, cartacce e lattine ed ha dato una lezione di civiltà, e mi si lasci passare il termine, anche di marketing, che vale la pena raccontare. Ecco cosa ha scritto sul suo profilo Facebook: “Stamattina ho visto una foto che mi ha particolarmente ferito. Cartoni, bibite e avanzi abbandonati per strada. Su quei cartoni, il nome della mia pizzeria, della mia passione, del mio lavoro. Quando consumate cibo per strada dovete lasciare quel luogo esattamente come l’avete trovato. Non è pigrizia è scostumatezza! Dai ragazzi, un po’ di attenzione”. Parole semplici ma piene di orgoglio e di rispetto per il lavoro svolto, e di monito per i giovani di Sparanise, affinché spettacoli cosi indecenti spariscano dalla routine dell’indifferenza e di totale rifiuto di vedere associato il proprio nome ad un gesto cosi incivile. Ecco, il fil rouge che unisce i diversi aspetti della storia sta tutto qui: è il valore dell’esempio positivo! In definitiva cari giovani e meno giovani, se dopo anni di inutili lamentele un’amministrazione comunale mette mano finalmente a decine e decine di opere pubbliche che sono sotto gli occhi di tutti che da cinque anni a questa parte stanno trasformando in meglio la città e arricchendo un patrimonio che è di tutti gli sparanisani, non si può più sopportare questa maleducazione. “Non si può più dare la colpa sempre agli altri – ha detto il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello che ha voluto complimentarsi con il giovane pizzaiolo – cosi come non ci si può più limitare a denunciare e basta. Bisogna iniziare a fare come Daniele. E’ necessario prendere iniziative volte a favorire un coinvolgimento civico partendo dai piccoli gesti. Insomma, cari concittadini, è tempo di girare pagina perché oggi, più che mai, occorre iniziare a sentirsi comunità con la C maiuscola!”.
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