Sparanise (Vittorio Savino) – Cade oggi il 121° anniversario dell'apparizione della Madonna del Torello che a più di un secolo di distanza resta ancora uno dei momenti più sentiti dall'intera cittadinanza. Del resto il legame tra la Madonna del Torello e gli sparanisani è, a partire, appunto, da quel lontano 8 di febbraio di fine ‘800, molto forte, intriso di antiche suggestioni e fortissima devozione, generate da una storia che per certi tratti somiglia molto a quella di Lourdes. La Vergine apparve ad una giovane sparanisana, Filomena Candelora e le indicò un posto preciso in una zona della cittadina calena oggi conosciuta proprio come via Madonna del Torello. La giovane fortemente suggestionata corse dal suo padrone e con spontaneità e semplicità gli raccontò l’accaduto. Il padrone, tale Salvatore Picillo, spinto da una grande forza interiore, organizzò una squadra di operai e volontari per verificare la fondatezza materiale del racconto della giovane Filomena. Dopo otto giorni di intensi scavi emerse, in tutto il suo splendore, un quadro raffigurante l’immagine della Madonna Addolorata. Da allora gli sparanisani hanno maturato una forte devozione nei confronti della Madonna del Torello che, attraverso i secoli, è giunta immutata fino ai giorni nostri. La statua della Madonna del Torello, da quando è stata restaurata, non dimora più nella sua storica sede ma nella chiesa dell’Annunziata in piazza Giovanni XXIII a fare compagnia alle altre tante statue. Quello che sembrava un trasloco temporaneo, con il passare degli anni inizia a sembrare un vero e proprio trasferimento sine die e la cosa infastidisce non poco i fedeli di Sparanise che sanno e conoscono l’importanza della tradizione. Negli anni scorsi il popolo, a confermare in maniera inequivocabile il desiderio di rivedere la statua della Madonna del Torello nella sua storica chiesetta, si è anche cimentato in una raccolta di firme finalizzate a sensibilizzare le autorità ecclesiastiche in tal senso ma, ad oggi, sembra proprio che dalle parti di piazza Giovanni XXIII, non ci sia proprio l’intenzione di assecondare il popolo e men che meno la tradizione. Allora, con il dovuto rispetto, sarà il caso di far capire un aspetto che per gli sparanisani conta, a chi di Sparanise non è. Caro don Liberato, forse è ora di cambiare idea. Cosa penserebbero i fedeli di Lourdes, di Fatima, di Loreto, di San Luca, di Castelpetroso, di Montevergine o di Pompei, se il Vescovo o il parroco, o tutti e due insieme ed appassionatamente, decidessero di prendere la statua della Madonna e portarsela nel duomo o in altre chiese ? Finirebbero in un sol colpo secoli di tradizioni, di pellegrinaggi e di fervore religioso perché non ha senso, giusto per fare un esempio con le dovute proporzioni, spostare la statua della Madonna di Pompei dal santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario e metterla nella chiesa di San Paolino a Pompei. No, caro don Liberato e caro Vescovo Cirulli. Non ha senso. E visto che siamo in argomento “patronale” non ha senso neanche tenere chiusa, ormai da troppo tempo, la chiesa di San Vitaliano. Quella chiesa rappresenta le origini della nostra comunità. Intorno a quella chiesta è nata la moderna Sparanise che oggi, per volontà non certo popolare, si vede privata di due simboli importantissimi. A memoria d’uomo si è sempre celebrata messa in San Vitaliano, al Torello, a S. Antonio e pure in Padre Semeria perché in questo modo si mantiene un legame stabile tra fede e territorio che, vale la pena ricordare, non è solo la piazza con la sontuosa Annunziata, anche se dista pochi metri dalla casa canonica e si può raggiungere pure a piedi. Non è un caso, infatti, che le chiese di cui sopra si trovino tutte in zone periferiche ma con distanze che restano brevi anche volendole raggiungere a piedi ma che possono essere colmate in pochissimi minuti di auto. Dunque caro don Liberato, da guida spirituale della comunità, il popolo di Sparanise Le chiede da troppo tempo ormai, di fare un passo indietro e di riconsiderare l’importanza di quanto sopra esposto. Non ne facciamo una questione di principio e di onore che storicamente dividono gli uni con gli altri, ma una questione di dialogo e di amore che altrettanto storicamente uniscono l’intera comunità …
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