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Addio al Dottore Domenico Merola, fu per due volte Sindaco di Sparanise

Lascia la moglie Tina, la figlia Cecilia e tanti nipoti
27/1/2020 21:47

Sparanise, di Ilario Capanna – Si è spento serenamente stamani nella clinica Villa Fiorita di Capua, Domenico Merola, per oltre mezzo secolo stimato medico di famiglia di Sparanise. Lascia la moglie Tina e la figlia Cecilia, apprezzato medico pediatra che esercita la professione nello studio che fu proprio dell’amato padre ed i tanti nipoti. Il dottore Merola, affettuosamente chiamato Mimì, è stato indubbiamente un uomo politico d’altri tempi, sempre attivo nella Democrazia Cristiana di cui fu uno dei principali protagonisti sin dalla fine degli anni ’50. Più volte eletto consigliere comunale, negli anni ’80 è stato per due volte sindaco di Sparanise. Mente brillante, di carattere deciso, coriaceo e combattivo ma nel contempo di indole buona, è stato prima di tutto e senza ombra di dubbio, uno dei più bravi medici che la città abbia mai avuto. Dotato di un intuito formidabile, faceva parte di quella ristretta schiera di dottori che visitavano sul serio il paziente (qualità oggi purtroppo sempre più rara) e se ne prendevano cura sapendo bene come sostenerlo. L’elenco delle persone da lui seguite ed aiutate è lunghissimo e ancora oggi c’è gente che ne rimpiange le qualità professionali. Oltre alla professione medica, è stato animato da un’altra grande passione: la politica. Mimì Merola è stato un democratico cristiano vecchio stampo, fortemente legato al territorio verso il quale ha concentrato la sua attività. Da sindaco fu capace di realizzare importanti opere strutturali che diedero alla città una serie di servizi di primo livello. Ciononostante, dopo il terremoto del 1980, non gli venne perdonato quello che ai posteri passò come lo scempio della “ruspa selvaggia”, con l’abbattimento di mezzo centro storico che forse si sarebbe dovuto preservare meglio. Tuttavia, per onore di cronaca, è altrettanto vero che non ebbe il tempo di completarne la ricostruzione e non ebbe l’opportunità di ridisegnare il volto della città come avrebbe voluto. Ma Mimì Merola sarà ricordato soprattutto per il bene reale e tangibile che ha profuso a vantaggio di intere generazioni. Non molto tempo fa, chiacchierando amabilmente con lui nella pizzeria Bellavista di Francolise, che era solito frequentare il sabato sera con sua moglie Tina, gli chiesi: “Dottò, mò ditemi una cosa: ma in tutti questi anni, quante persone avete aiutato?” Lui, con un sorriso amplificato dal baffo ormai bianco ma sempre ben curato, seraficamente rispose: “Eh caro giovanotto, mi ti ricordo bambino ed oggi sei diventato padre di famiglia, ma l’abitudine di farmi domande non l’hai mai persa”. Poi si fermò e guardandomi fisso negli occhi con lo sguardo deciso ed il tono di voce improvvisamente serio esclamò: “E non la perdere mai, continua a scriv pecché u sai fa”. Un secondo dopo, con un sorriso dolce e compiaciuto, rispondendo alla domanda sentenziò: “Ehhh sono anni che ormai ho perso il conto. Nella professione medica, che ho vissuto come una missione fino a quando ho avuto la forza, ho fatto il possibile per migliorare le condizioni dei miei pazienti ed in tanti, come te ad esempio, ancora dimostrano quella gratitudine che mi onora e mi rasserena l’animo fino a rendermi fiero di quanto ho fatto per il prossimo sin da quando feci il giuramento di Ippocrate. In politica, in verità, forse ne ho aiutati ancora di più, con la differenza che il sentimento di gratitudine si è sempre manifestato prima di ottenere il beneficio …” facendosi subito dopo una fragorosa risata. Nel 2017, gli fu conferito il Premio Roffredo d’Argento alla Carriera, una carriera brillante, come del resto, la sua vita, che non si è mai interrotta del tutto. Sono certo che in tanti, oggi, magari ricordandolo con una preghiera, si saranno ricordati di quanto bene ha fatto e di quanto amore, nonostante il carattere duro, ha profuso per il prossimo. Giungano alla famiglia le più sentite condoglianze. Il funerale avrà luogo nel pomeriggio di domani, martedì 28 gennaio nella Chiesa dell’Annunziata in piazza Giovanni XXIII.
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