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Nell’ex acquedotto San Paride, un tuffo nelle origini della cittadina calena

Il piccolo museo rivive grazie l'Associazione Tesori Campani
22/3/2019 13:58

Sparanise - A Sparanise c’è un luogo che custodisce, come una sorta di scrigno, un prezioso tesoro fatto di un glorioso ed antico passato. In quel luogo, ai più agée noto come “a caurara”, trovano dimora alcune tra le radici più antiche della nostra piccola patria antica. Segni di un illustre passato che dimostrano con fierezza da quanti secoli l’agro caleno sia fortemente antropizzato. Quelle testimonianze di vita di circa 2000 anni fa, rinvenute nella Villa rustica di Briccella e nella necropoli “Masseria Ranucci” in zona San Vito, durante la campagna di scavi per la costruzione del TAV a metà anni ’90, hanno trasformato un luogo che un tempo serviva a rifornire di acqua la nascente cittadina di Sparanise in un piccolissimo museo che oggi rivive grazie alla passione dei volontari dell’associazione Tesori Campani. Il sodalizio socio culturale presieduto da Gelsomina Ferrara, a cui l’amministrazione Martiello conferì la gestione nel 2016, si prende cura della struttura ed organizza visite guidate nel corso delle quali è possibile viaggiare nel tempo ed immergersi nella vita di un giorno qualsiasi della Campania felix di duemila anni fa. Certo, le istituzioni potrebbero fare meglio e di più considerato che il luogo, per quanto originale sia stata l’opera di riutilizzo, è di modestissime dimensioni e di certo non può contenere tutti i reperti archeologici rinvenuti sul territorio comunale. Basti pensare, giusto a titolo esemplificativo, all’enorme quantità di reperti archeologici rinvenuti nelle centinaia di tombe scoperte nell’area ex Pozzi nel corso dei lavori di costruzione della centrale termoelettrica. Una buona parte di questi reperti, tra i quali ce ne sono di storicamente rilevanti, di recente sono stati esposti in una mostra di successo tenutasi a Sessa Aurunca. Sarebbe interessante farli conoscere ed ammirare agli sparanisani ma soprattutto agli studenti di ogni ordine e grado, unitamente a quelli già esposti nella “caurara”, magari nel tanto atteso museo civico. Un luogo idoneo e destinato alla cultura ed alla storia della città, utile a far capire alle nuove generazioni chi siamo e da dove veniamo. Intanto, nell’attesa del museo civico, Gelsomina Ferrara unitamente ai volontari dell’associazione Tesori Campani, continua nella sua incessante opera di custode ed al tempo stesso di cicerone, delle radici storiche. “Al museo, che cerchiamo di tenere il più possibile pulito ed accogliente, vengono spesso visitatori, persone interessate e semplici curiosi, - spiega la disegnatrice e scultrice diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Napoli - alle quali io faccio volentieri da guida. Sarebbe interessante ripetere l'esperienza con le scolaresche, nel corso delle quali è possibile tenere una lezione didattica con la proiezione di disegni realizzati da me, che spiegano in modo semplice e chiaro il quotidiano dei nostri antenati”. Insomma, in attesa del museo civico, i tesori archeologici custoditi nello scrigno della “caurara”, grazie ai volontari, rivivono e continuano a suscitare sorpresa ed interesse in tutti coloro che hanno la fortuna di ammirarli.
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