Napoli-Sparanise – Il Tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato la richiesta avanzata dagli avvocati difensori del sindaco Salvatore Martiello. Il giudice napoletano ha deciso dunque di confermare la decisione del GIP sammaritano e di mantenere la restrizione del divieto di dimora sul territorio comunale. Cosa succederà adesso? Martiello ha solo due opzioni. La prima: scegliere di non dimettersi e continuare a difendersi da sindaco sospeso; fare ricorso in Appello ed eventualmente in Cassazione. In questo caso dovrà rimanere almeno altri 3 mesi (questo è, in linea di massima, il tempo tecnico necessario per tali ricorsi) lontano da Sparanise e da casa sua. Gli effetti sulla vita amministrativa non cambierebbero: Gaetano Di Maio potrebbe continuare a svolgere le funzioni di sindaco facente funzioni per altri 17 mesi. La seconda: scegliere di dimettersi da sindaco e continuare a difendersi da uomo libero. Per effetto di questa decisione cadrebbe automaticamente il divieto di dimora e Martiello potrebbe tornare a casa dalla sua famiglia. Gli effetti sulla vita amministrativa cambierebbero radicalmente perché le dimissioni del sindaco comportano automaticamente lo scioglimento del consiglio comunale e la nomina di un Commissario Prefettizio che gestirà l’ordinaria amministrazione del Comune di Sparanise fino alle prossime elezioni amministrative, che dovrebbero svolgersi in concomitanza con le elezioni regionali del 2020. Fin qui l’aspetto giudiziario amministrativo che, in considerazione degli altri filoni di indagine avviati in seguito a denunce ed esposti emersi di recente, non lascerebbe comunque presagire un futuro roseo e rilassato. C’è, però, un altro aspetto che spesso finisce per essere determinante nella scelta di chi si trova a vivere esperienze del genere: quello che riguarda la persona. Il Salvatore Martiello uomo, è padre di una bambina di poco più di un anno e, tra qualche settimana, diventerà padre per la seconda volta. E’ impensabile, per chiunque abbia un cuore e nutra sentimenti umani, dover rinunciare ad assistere la propria moglie alla nascita ed ai primi giorni di vita di un figlio come avviene in tutte le famiglie normali. Sarebbe un sacrificio immensamente grande e finanche inutile considerato il livello di “armonia, pace e concordia” di certi ambienti pseudo politici locali, pronti a “scannarsi-pubblicamente-senza-esclusione-di-colpi”, absit iniuria verbis, per sedersi sulle poltrone del potere. Un atto di generosità, o se preferite di sacrificio, nei confronti dell’elettorato che lo ha votato e lo ha democraticamente eletto, che va ben oltre l’immaginabile e che probabilmente l’elettorato stesso, sempre più intelligente di quanto qualcuno vorrebbe far sembrare, non chiederebbe. Quindi è abbastanza verosimile che nei prossimi giorni Martiello si dimetterà da sindaco, riacquisterà probabilmente in tempi rapidi la sua libertà personale e farà ritorno a casa sua per stare vicino alla moglie ed affrontare con serenità la nascita della sua seconda figlia. Come andrà a finire ? Ecco i probabili scenari. La vicenda giudiziaria potrebbe sfociare in un processo che durerà quanto durerà. L’avventura amministrativa di Sparanise in Movimento momentaneamente si interromperebbe. Sparanise sarà amministrata da un Commissario Prefettizio che si limiterà a gestire l’ordinaria amministrazione, perché del resto questo è il suo ruolo. I progetti di rilancio già avviati e i piani di bonifica in itinere che la città attendeva da anni, una volta terminata la spinta inerziale potrebbero subire una battuta d’arresto, mentre sullo sfondo si staglia inquietante la figura di un biodigestore da 90.000 tonnellate di monnezza all’anno, da realizzare nell’area ex Pozzi! La campagna elettorale inizierebbe un minuto dopo le dimissioni di Martiello (ma forse non è mai veramente finita). Si dice che da tempo si noterebbe un certo fermento nella composizione delle liste. Una, due, forse tre o addirittura quattro, giusto per non risparmiarsi. Ce ne sarebbero di originali, di presunte e addirittura civetta. In taluni ambienti si mormorerebbe di giunte già composte ed incarichi già decisi. Insomma, niente di nuovo all’orizzonte. C’è però un elemento che anche il più spaccone e presuntuoso tra i saccenti soloni che pianificano il futuro davanti ad un caminetto o dietro una scrivania avvolta nella penombra di uno scantinato, dovrebbe seriamente prendere in considerazione. Si, è vero. Bisogna avere fiducia nella Magistratura. I cittadini ne sono consapevoli ma sanno, pur rispettandola, che la giustizia italiana ha una sua liturgia che si estrinseca secondo rituali e tempi lunghissimi. Il popolo, invece, nell’accezione nobile del termine, è molto più rapido. Spesso si fa un’opinione anche basandosi sulle proprie percezioni sensoriali, sulle esperienze pregresse e sulla conoscenza diretta di certi personaggi e di determinate fenomenologie. Dunque sarebbe opportuno tenere a mente che il popolo, anche se sceglie di rimanere in silenzio per lungo tempo, prima o poi, come la storia recente insegna, nel segreto della cabina elettorale, troverà il modo di scrivere la propria inappellabile sentenza, la urlerà a squarciagola, democraticamente e senza paura, affinché chi debba intendere, una volta per tutte… intenda…
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