Sparanise - “Tore, ci hanno detto che questa sedia sarà la nostra nuova compagna di Viaggio…”, inizia cosi lo struggente messaggio diffuso dal papà di Salvatore De Falco, il 17 enne che lo scorso mese di dicembre rischiò di perdere la vita a seguito di una bruttissima vicenda di cronaca della quale al momento neanche ci interessa parlare. Come si dice in questi casi, saranno i magistrati ad accertare le responsabilità di chi ha commesso il reato. Le aspettative di avere giustizia sono altissime ma, come insegna la storia, la beffa e la delusione sono sempre dietro l’angolo. Dunque sarebbe meglio non riporre eccessive speranze, del resto siamo pur sempre in Italia. Ciò detto, alla comunità interessa la vita di Salvatore che, purtroppo, stando alle ultime notizie, non si prospetta della migliori. I genitori lo stanno amorevolmente seguendo senza sosta, alternandosi tra l’ospedale di Imola dove, il giovane è ricoverato e le attività di famiglia nella vicina Francolise. Nel messaggio, si legge: “Per i medici: ci dispiace ma vostro figlio non camminerà più e dovrà adattarsi a questa sua nuova condizione". Questa è la verità, la loro verità. Noi invece siamo convinti, ora più che mai, che a Dio nulla è impossibile e anche se il miracolo non dovesse avvenire, Lui ci donerà il coraggio e la forza per affrontare qualsiasi avversità. La strada sarà dura e anche faticosa e quando saremo messi a dura prova la vicinanza delle persone care rafforzerà l'impegno e la determinazione a vivere una vita migliore. Grazie di cuore per il vostro sostegno e affetto”. Quelle di Alberto De Falco e Denise Nuzzolillo sono parole di una dolcezza ed una profondità che entrano nel cuore delle migliaia di sparanisani che hanno seguito le triste vicenda e che adesso continuano a stare vicino a Salvatore ed alla sua famiglia, con le uniche armi a disposizione: l’affetto e la preghiera!. Eppure, a distanza di due mesi dall’accaduto, una riflessione seria ed approfondita deve essere fatta. La vita di un ragazzo, di un figlio, di un atleta bravo e forte, con aspettative e sogni da realizzare, è stata brutalmente devastata. Provate ad immedesimarvi, fosse anche per un solo istante, nei sentimenti che prova un genitore che cresce ed educa un figlio che poi, all’improvviso, se lo ritrova prima in un letto di ospedale a lottare tra la vita e la morte e poi con la prospettiva di vederlo su di una sedia a rotelle per il resto della vita. Immaginate quanto dolorosa possa essere la prospettiva di non vederlo più camminare e correre, saltare e muoversi in libertà. Il solo pensiero deve essere terrificante. E attenzione, non ci sarà risarcimento che tenga, qualora la giustizia dovesse adempiere al proprio dovere, perché al momento, miracoli a parte, non ci sono possibilità di restituire l’uso delle gambe a Salvatore. Dunque è necessario riflettere. Oggi non ci può essere spazio nella società civile per chi coltiva l’odio, la prepotenza, l’arroganza e vive scandendo i ritmi del quotidiano secondo i macabri rituali della violenza, dell’offesa e del disturbo della altrui quiete. Chi vive rispettando le leggi deve poter contare sulla certezza che chi è deputato al controllo degli standard di sicurezza faccia il proprio dovere fino in fondo. E’ altrettanto giusto prevedere percorsi idonei al recupero di chi delinque ma è, prima di ogni altra cosa, sacrosanto garantire la libertà ai cittadini che hanno scelto la strada della civiltà. Tutta la comunità si è stretta intorno a Salvatore ed alla sua famiglia, continuerà a sostenerlo in tutti i modi possibili ed immaginabili perché è cosi che si fa in una società civile. Cosi fanno i genitori con i figli e Salvatore è figlio di (quasi) tutti i cittadini di Sparanise.
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