Sparanise – Ormai siamo alla pura follia; si punta al genocidio! Sono queste la voci che girano in città come risposta alle notizie di stampa che hanno fatto emergere la presenza di ben due progetti per la costruzione di altrettanti impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti nell’area industriale della ex Pozzi Ginori di via Appia. A scanso di equivoci, è bene chiarire subito un punto: i cittadini, in quanto produttori di spazzatura, non sono contrari ad impianti del genere ma al metodo ed alla individuazione delle aree dove farli sorgere. Purtroppo, come sempre accade in questi casi, gli imprenditori hanno pensato bene di provare a fare il colpaccio muovendosi in sordina per guadagnare tempo da capitalizzare come vantaggio nella loro corsa finalizzata al business dei rifiuti a discapito della popolazione locale. Ovviamente, come sempre accade, il blitz non è riuscito. Lo schema è sempre lo stesso. Comprare o fittare il terreno, bypassare le autorità e le popolazioni locali nella fase progettuale, avviare il procedimento autorizzativo e, una volta scoperti, provare a far digerire al territorio impianti indesiderati con offerte di lavoro, condivisione di piani volti a proteggere l’ambiente, trasparenza nella gestione e magari pure partecipazione attiva nella gestione. Eh già: però lo schema non funziona! Ormai tutti sanno che questi impianti sono, in primis, ad alto impatto ambientale. Inquinano per loro genesi, senza se e senza ma! Da un punto di vista occupazionale hanno un’incidenza che è pari allo zero, in considerazione del bassissimo numero di unità lavorative necessarie al ciclo produttivo. Solitamente non si va mai oltre le 8/12 unità nel caso di impianti di grandi dimensioni. Per non parlare dell’inquinamento da traffico veicolare e delle colonne di camion che intaserebbero la statale Appia 24 ore al giorno. Inoltre, come è noto. non hanno nessuna finalità volta a tutelare l’ambiente. Anzi. Figurasi se in Campania, nel casertano, le attività legate alla monnezza mirano e proteggere la salute del territorio … Del resto basta dare un’occhiata alle cronache giornalistiche e giudiziarie di questi giorni per averne contezza. Aria fritta, poi, anche il discorso della trasparenza e degli osservatori permanenti. Niente di più banale ed offensivo nei confronti dei cittadini, se si considera che fino ad ora tutto si è mosso sotto una coltre di silenzio e riservatezza, che sono esattamente l’opposto della trasparenza e della partecipazione. Detto questo, entrando nello specifico dei due progetti per i quali è stata presentata una richiesta di VIA alla Regione Campania, saltano immediatamente all’occhio tre elementi imprescindibili, come ha avuto modo di spiegare a mezzo stampa il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello a cui va dato il merito di aver posto immediatamente all’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica l’intera vicenda. “Il primo. I terreni scelti si trovano a pochi metri da quella che è universalmente riconosciuta come l’area in cui insiste la discarica di rifiuti tossici e nocivi più grande d’Europa, già destinataria, unitamente all’area dell’ex tabacchificio, in base a quanto previsto dalla Regione Campania, di un finanziamento di 22 milioni di euro finalizzato alla bonifica totale. Già questo, di per sé, appare come un controsenso. Il secondo. Nella medesima area, o pochissimi metri di distanza, è già operante da oltre 10 anni, una mega centrale termoelettrica da 780 Mega watt di potenza. La sola presenza di questo impianto basterebbe ad esentare i cittadini da qualsiasi senso di responsabilità nei confronti della Nazione e del progresso. Gli sparanisani ed i caleni in generale, hanno dato, danno e continueranno, giorno dopo giorno, a dare tanto in termini di responsabilità! Il terzo. Pensare di costruire due impianti nei quali trasferire 76.000 tonnellate di monnezza all’anno a pochissimi metri da un centro in cui vivono 7500 abitanti, ed a pochi chilometri linea d’aria da Calvi Risorta, Giano Vetusto e Pignataro maggiore, con la omonima e vicina area industriale, dove esistono altri due progetti di impianti simili, con tutto ciò che ne deriva in termini di inquinamento atmosferico e del sottosuolo, è veramente fuori dalla Grazia di Dio! Come sindaco di Sparanise e come consigliere provinciale - continua Martiello - ho già avuto modo di incontrarmi con il Presidente della Provincia di Caserta nonché sindaco della vicina Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, per discutere di tutte le azioni comuni da intraprendere a salvaguardia del territorio caleno e della salute dei cittadini. Come Amministrazione Provinciale attraverso la revisione del PTCP, presto stabiliremo quali sono le aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti per il trattamento e smaltimento dei rifiuti. Come amministrazione comunale di Sparanise, attraverso un consiglio comunale ad hoc, in tempi brevi porteremo all’attenzione della popolazione l’intera vicenda, con l’augurio che un contributo possa giungere anche dai consiglieri di opposizione”.
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